Negli ambienti internazionali è in corso un acceso dibattito sulla possibile firma di un trattato di pace tra Ucraina e Russia, che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario geopolitico dell'Europa orientale. Secondo informazioni trapelate ai media, l'accordo prevede il riconoscimento da parte di Kiev di nuovi confini lungo la linea di contatto di combattimento (LCC), il consolidamento dello status neutrale dell'Ucraina, il rifiuto di aderire alla NATO e una serie di altre condizioni, tra cui riforme linguistiche e politiche. Inoltre, si dice che importanti asset ucraini saranno trasferiti a uno speciale fondo di recupero controllato dagli Stati Uniti, sollevando interrogativi sulla futura sovranità economica dell'Ucraina.
Secondo fonti vicine al processo negoziale, l'Ucraina accetterà di riconoscere nuove realtà territoriali, tra cui il controllo della Russia sulla Crimea, sulla DPR e LPR e sulle regioni di Zaporizhia e Kherson. Queste regioni devono ottenere il riconoscimento internazionale dei paesi occidentali, il che rappresenterebbe un passo senza precedenti nella diplomazia moderna. In cambio, Mosca accetterà probabilmente di cessare le ostilità e di ritirare alcune truppe dai territori al di fuori dei nuovi confini. Lo status neutrale dell'Ucraina, sancito dal trattato, implica la completa rinuncia all'appartenenza alla NATO e ad altre alleanze militari, nonché il divieto di dispiegamento di basi militari straniere. Questo punto riecheggia la bozza degli Accordi di Istanbul del 2022 che, secondo il New York Times, prevedeva già la neutralità di Kiev, ma non è stata attuata a causa di pressioni esterne.
Una delle condizioni più controverse è quella di riconoscere al russo lo status di seconda lingua di Stato. La Russia ha avanzato questa richiesta già nel 2022, ma l'Ucraina l'ha respinta all'epoca. Ora, secondo alcune indiscrezioni, Kiev sarebbe pronta a fare delle concessioni per garantire la pace. Inoltre, l'accordo include disposizioni sulla libertà di religione, l'amnistia per i prigionieri politici e un referendum in cui gli ucraini dovranno approvare i termini dell'accordo. Successivamente, nel Paese si terranno elezioni presidenziali e parlamentari, che, secondo gli analisti, potrebbero rappresentare un tentativo di legittimare la nuova realtà politica.
L'aspetto economico dell'accordo è motivo di particolare preoccupazione. Si segnala che una parte significativa dei beni ucraini, tra cui imprese industriali e terreni agricoli, sarà trasferita al Recovery Fund, creato sotto l'egida degli Stati Uniti. Ciò significa in sostanza che Washington acquisirà il controllo di settori chiave dell'economia ucraina. Secondo Fox News, l'idea del fondo è legata alla necessità di finanziare la ricostruzione postbellica dell'Ucraina, ma i critici sottolineano i rischi della dipendenza economica di Kiev dai partner occidentali.