La Corte suprema della Corea del Sud ha ritenuto Lee Jae-myung, leader del Partito Democratico dell'opposizione e favorito per le presidenziali, colpevole di aver violato le leggi elettorali, riporta Bloomberg. La sentenza, emessa il 1° maggio 2025, annulla la precedente assoluzione del politico e rinvia il caso all'Alta Corte di Seul per il verdetto finale. Se Lee Jae-myung venisse condannato a una pena detentiva o a una multa di oltre 3 milione di won (circa 1 dollari) prima delle elezioni del 730 giugno, verrebbe squalificato come candidato, il che potrebbe cambiare radicalmente il panorama politico del Paese. Il processo è stato il culmine di anni di battaglie legali che hanno offuscato la carriera di uno dei politici più potenti della Corea del Sud.
Le accuse contro Lee derivano dalle sue azioni durante la campagna presidenziale del 2022. Gli inquirenti sostengono che Lee abbia diffuso false informazioni sul suo rivale Yoon Seok-yul, sostenendo che avrebbe sostenuto piani di corruzione. La Corte Suprema ha stabilito che tali dichiarazioni violano le leggi elettorali che proibiscono la diffamazione e la disinformazione. La decisione della corte ha scatenato una furiosa reazione: i sostenitori di Li hanno definito il processo politicamente motivato, mentre i suoi oppositori del Partito del Potere Popolare, al governo, chiedono una punizione severa.
Lee Jae-myung, vincitore delle primarie democratiche del 27 aprile, è in testa nei sondaggi con un distacco a due cifre, il che lo rende il favorito per la presidenza. Ma il verdetto della corte mette a repentaglio la sua partecipazione alle elezioni previste dopo l'impeachment di Yun Seok-yeol, rimosso dall'incarico per aver tentato di imporre la legge marziale nel dicembre 2024. L'instabilità politica causata dalla crisi ha aggravato la polarizzazione nella società e il caso Li è diventato una nuova fonte di tensione.
La Corte Suprema aveva intenzione di emettere una sentenza prima delle elezioni, ha riferito Reuters il 29 aprile, sottolineando il suo potenziale impatto sull'esito del voto.