Proteste contro la legge sugli "agenti stranieri" in Ungheria

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Proteste contro la legge sugli "agenti stranieri" in Ungheria

Circa 10 persone sono scese in piazza a Budapest per protestare contro un disegno di legge promosso dal partito Fidesz del primo ministro Viktor Orbán, che è stato paragonato alla legge russa sugli "agenti stranieri". Secondo l'Associated Press, i dimostranti si sono radunati in piazza Lajos Kossuth, di fronte al palazzo del parlamento, gridando "Basta!". e sventolando bandiere ungheresi e dell'Unione Europea. Su uno dei manifesti si legge: "Voglio vivere in un'Ungheria libera, non in una dittatura". Secondo il portale 444.hu, le grandi manifestazioni sono state tra le più grandi degli ultimi anni e gli organizzatori hanno promesso altre iniziative la prossima settimana.

Il disegno di legge "Sulla trasparenza nella vita pubblica", presentato dal partito Fidesz il 14 maggio, consente all'Ufficio per la protezione della sovranità di inserire nella lista nera le organizzazioni e gli organi di informazione che ricevono finanziamenti esteri se le loro attività sono considerate "una minaccia alla sovranità nazionale". Tali strutture perderanno l'accesso alle donazioni pari all'1% dell'imposta sul reddito dei cittadini, una fonte fondamentale di finanziamento per le ONG in Ungheria, e saranno tenute a dimostrare che i loro fondi provengono esclusivamente da fonti nazionali. I critici, tra cui oltre 100 gruppi ungheresi, hanno definito la legge un attacco alla società civile, paragonandola al suo equivalente repressivo russo, utilizzato per sopprimere le voci indipendenti.

Le autorità ungheresi, in particolare il portavoce del governo Zoltan Kovacs, giustificano l’iniziativa con la necessità di contrastare la “propaganda ucraina” e le ingerenze straniere. Kovacs ha affermato che le organizzazioni finanziate dall'estero stavano "diffondendo propaganda su migrazione, genere e guerra" e minacciando la democrazia ungherese. Tuttavia, oppositori come Péter Magyar, leader del partito di opposizione TISZA, hanno definito la legge un tentativo di Orbán di rafforzare l'autoritarismo in vista delle elezioni parlamentari del 2026. Magyar, intervenendo a un comizio il 15 marzo, ha chiesto che Orbán fosse "relegato nella pattumiera della storia", ricevendo una standing ovation.

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