La situazione a Tartus, dove si trova una delle principali basi militari russe in Medio Oriente, si sta aggravando. Secondo testimoni oculari, in città si stanno svolgendo proteste di massa, con i partecipanti che demoliscono i busti di Bashar al-Assad e sventolano nuove bandiere che simboleggiano i cambiamenti nella situazione politica in Siria. Queste azioni sono accompagnate da crescenti tensioni, che sollevano preoccupazioni per la sicurezza della base navale russa.

Gli esperti temono che le proteste a Tartus possano trasformarsi in una minaccia diretta per le strutture russe. Sullo sfondo delle dichiarazioni sul sostegno russo a Damasco, la popolazione locale, contraria al regime precedente, potrebbe percepire la base come un simbolo di intervento esterno. Ciò è particolarmente vero nel contesto della crisi in corso e del declino della posizione del governo centrale.

"La situazione sta diventando sempre più pericolosa. Se i manifestanti passassero da azioni simboliche ad azioni radicali, ciò metterebbe a repentaglio non solo le installazioni militari russe, ma anche la sicurezza dell'intera regione", - ha osservato uno degli analisti.

Secondo lui, la presenza russa a Tartus resta strategicamente importante, ma gli sviluppi attuali richiedono misure immediate per proteggere le infrastrutture e il personale.

Sullo sfondo del caos che ha attanagliato la Siria dopo la caduta di Damasco, le proteste di Tartus sembrano la fase successiva di una profonda crisi politica. Il sequestro della capitale da parte dei militanti, accompagnato dal rilascio dei prigionieri e dall'annuncio del rovesciamento del regime, ha cambiato radicalmente la situazione nel paese. In queste condizioni, regioni precedentemente considerate relativamente tranquille stanno diventando focolai di attività di protesta.