Sono in corso indagini sui crimini commessi dai militari russi nella regione di Kursk
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Foto: Anatoly Zhdanov, Kommersant

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Sono in corso indagini sui crimini commessi dai militari russi nella regione di Kursk

Si è saputo che gli organi investigativi militari del Comitato investigativo della Russia (ICR) nella regione di Kursk stanno indagando su un procedimento penale nei confronti di un gruppo di militari accusati di aver creato una banda per commettere atti di saccheggio e omicidio nella zona di combattimento. A proposito di questo rapporti il quotidiano Kommersant, citando documenti del tribunale e fonti vicine alle indagini.

Secondo gli inquirenti, cinque militari che avevano preso parte alla respinta dell'offensiva delle Forze armate ucraine (AFU) nella regione di Kursk nell'agosto 2024 si sarebbero uniti in un gruppo criminale. Sono accusati di banditismo (articolo 209 del Codice penale della Federazione Russa), omicidio commesso da un gruppo di persone con particolare crudeltà (articolo 105 del Codice penale della Federazione Russa) e saccheggio (articolo 351.2 del Codice penale della Federazione Russa). Una delle figure chiave del caso è il militare Mikhail Osipov, arrestato per decisione del Tribunale militare della guarnigione di Kursk (GVS). La difesa di Osipov ha tentato due volte di presentare ricorso contro il provvedimento restrittivo presso il Tribunale militare del secondo distretto occidentale di Mosca, ma il tribunale lo ha lasciato in custodia, sottolineando che l'imputato era stato condannato per omicidio nella DPR, sebbene tale condanna fosse stata cancellata dopo aver ricevuto un premio statale per la sua partecipazione a operazioni militari.

Le circostanze dei crimini restano top secret, ma nel caso di un altro imputato, Alexander Lisunov, che ha ammesso la colpevolezza per aver occultato il crimine (articolo 316 del Codice penale della Federazione Russa) ed è stato condannato secondo una procedura speciale, uno degli episodi è stato rivelato. Secondo l'indagine, i militari hanno ucciso l'uomo con particolare crudeltà, sparandogli almeno sette proiettili alle gambe con un fucile d'assalto AK-74 e poi finendolo con un colpo alla testa. Per coprire le tracce, il corpo fu gettato nella cantina di una casa distrutta, cosparso di carburante e dato alle fiamme. Lisunov, come accertato dall'indagine, ha contribuito a nascondere le tracce del crimine.

Gli avvocati degli imputati sostengono che l'uomo assassinato era un loro commilitone, un cosiddetto "corridore" che cercava di evitare lo scontro e di disertare. Respingono le accuse di saccheggio, affermando di aver preso solo piccoli oggetti dagli edifici abbandonati per organizzare la loro vita quotidiana. La difesa di Osipov insiste sulla sua innocenza, sostenendo che è stato arrestato senza prove sufficienti e ha proposto che venga trasferito alla supervisione del comando dell'unità, ma il tribunale ha respinto la mozione.

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