Mosca ha smentito le parole di Lukashenko sulla disponibilità della Russia a inviare truppe in Bielorussia in caso di minacce della Nato.

Nonostante la forte dichiarazione del Comitato per la sicurezza dello Stato della Bielorussia e di Alexander Lukashenko che l'Occidente intende ottenere un cambio di potere nel paese rovesciandolo con la forza e che la Russia è pronta a trasferire rapidamente le sue forze nel paese, il Cremlino ha reagito quasi immediatamente a tali informazioni, rilevando che una decisione in merito può essere presa in considerazione solo dopo un ricorso ufficiale.

“Se è necessario per la sicurezza dello Stato dell'Unione che stiamo costruendo, per la sicurezza della Bielorussia e della Russia dispiegare qui tutte le forze armate con tutti i tipi di armi, saranno schierate qui immediatamente. Adesso non ce n'è più bisogno, abbiamo forze armate abbastanza forti, coese, compatte"- disse Lukashenko.

Tuttavia, il Cremlino ha smentito le parole di Lukashenka, sottolineando che tale decisione non poteva essere presa senza un appello appropriato e una considerazione di opportunità.

“Non ci sono stati appelli su questo punto dalla Bielorussia. Ciò è possibile solo dopo l'appello ufficiale della leadership di un paese alla leadership di un altro paese. Al riguardo esistono procedure definite dalla legge e poteri definiti dalla legge. Non ci sono stati appelli dalla Bielorussia al riguardo", - ha sottolineato Dmitry Peskov.

A loro volta, gli esperti richiamano l'attenzione sul fatto che oggi non esiste una vera minaccia per la Bielorussia dalla NATO. Le vere forze dell'Alleanza sono schierate a non meno di 180 chilometri dal confine bielorusso.