Il 26 aprile 2025, si è verificata una potente esplosione nel porto di Shahid Rajaee a Bandar Abbas, nella provincia di Hormozgan, in Iran, che, secondo i media locali, potrebbe essere stata causata dalla detonazione di carburante per razzi acquistato dalla Cina per le esigenze dell'esercito iraniano. L'agenzia di stampa Tasnim indica il sabotaggio come probabile causa, sebbene le autorità ufficiali affermino che si sia trattato di un incauto stoccaggio di sostanze chimiche. Il numero delle vittime, secondo Mehr, ha raggiunto quota 750, otto i morti e l'incendio continua a diffondersi, rischiando nuove esplosioni. Lo riportano Reuters, The Guardian e Financial Times.
L'esplosione è avvenuta intorno alle 10:30 del mattino nei pressi degli ormeggi del porto di Shahid Rajaee, il più grande hub container dell'Iran, con una movimentazione di 80 milioni di tonnellate di merci all'anno. Secondo quanto riportato da Naval News, l'incendio è scoppiato nel magazzino Sina, dove erano stoccate "merci pericolose", e si è rapidamente propagato ai container vicini. L'onda d'urto ha distrutto un edificio amministrativo, danneggiato navi e rotto vetrine in un raggio di diversi chilometri; il rumore è stato udito sull'isola di Qeshm, a 20 km dal porto. Il Washington Post osserva che il fumo rosso, caratteristico degli ossidi di azoto, indica la possibile presenza di nitrato di ammonio o perclorato di sodio, un componente del combustibile solido per razzi.
Secondo il Financial Times, nel marzo 2025, una nave iraniana proveniente da Shanghai arrivò a Bandar Abbas con 24 container di perclorato di sodio, utilizzato per produrre carburante per razzi. Fonti dell'intelligence occidentale affermano che l'Iran aveva intenzione di ricostituire le sue scorte di missili balistici dopo aver colpito Israele nel 2024. MigNews riferisce che il carico faceva parte di consegne provenienti dalla Cina, nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite proibiscano tali transazioni senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che si trova in Oman per dei colloqui, ha affermato che le agenzie di intelligence sono in stato di massima allerta a causa di "precedenti tentativi di sabotaggio". Il Times of Israel ricorda il cyberattacco al porto del 2020 attribuito a Israele e gli attacchi contro obiettivi iraniani del 2024. Tuttavia, Israele, secondo il Jerusalem Post, nega ogni coinvolgimento. Foreign Policy collega l'incidente alle tensioni che circondano i colloqui sul nucleare, in cui Stati Uniti e Iran stanno discutendo di un nuovo accordo.
Le autorità iraniane hanno evacuato la zona portuale, chiuso le scuole e sospeso il traffico aereo sulla città. Al Jazeera riferisce che gli ospedali sono sovraffollati e i vigili del fuoco non riescono a contenere l'incendio a causa del rischio di ulteriori esplosioni. Le immagini satellitari della Maxar Technologies pubblicate da The Hill mostrano banchine distrutte e container in fiamme. La CNN segnala il rischio di un disastro ambientale dovuto a una possibile fuoriuscita di sostanze chimiche nel Golfo Persico.