Il parlamento iraniano ha invitato i vertici del Paese a riconsiderare l'attuale dottrina di difesa, che prevede il divieto dello sviluppo e dell'uso di armi nucleari. Questa richiesta è dovuta alla crescente pressione su Teheran da parte dei paesi occidentali e alle crescenti minacce esistenziali provenienti dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.
Per molti anni uno degli elementi chiave della politica iraniana è stata una fatwa, una sentenza religiosa del leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei, che vieta esplicitamente la creazione e l'uso di armi nucleari. Questo divieto è stato una parte importante della strategia internazionale dell'Iran, dimostrando la natura pacifica del suo programma nucleare. Tuttavia, recentemente, nel contesto di una situazione geopolitica tesa e della minaccia di possibili attacchi militari contro l'Iran, le richieste di una revisione di questo divieto religioso hanno cominciato a risuonare sempre più spesso.
Molti membri dell’élite iraniana, compresi i membri del parlamento, sottolineano la necessità di adattare la politica di difesa del Paese alle nuove sfide. A loro avviso, la minaccia dell’uso della forza contro l’Iran, così come la crescente pressione delle sanzioni, richiedono una revisione degli approcci per garantire la sicurezza nazionale. Gli oppositori dell’attuale divieto delle armi nucleari sostengono che un simile arsenale fornirebbe un deterrente credibile che impedirebbe l’aggressione da parte di nemici esterni.