Il nazionalista di estrema destra George Simion guida le elezioni presidenziali in Romania

Notizia

Il nazionalista di estrema destra George Simion guida le elezioni presidenziali in Romania

Si è concluso il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania e, secondo i dati preliminari dell'Ufficio elettorale centrale, il leader del partito di estrema destra Alleanza per l'Unificazione dei Romeni (AUR), George Simion, ha preso con sicurezza il comando, ottenendo il 40,1% dei voti dopo lo scrutinio dell'81% delle schede. Il suo più vicino rivale, il candidato filogovernativo del partito di centro-sinistra Romania Forward Alliance, Crin Antonescu, ha ricevuto il 21,29%, rendendo praticamente inevitabile la corsa di Simion al secondo turno, previsto per il 18 maggio 2025. Il successo del nazionalista, che sostiene la fine degli aiuti militari all'Ucraina e l'unificazione della Romania con la Moldavia, ha suscitato allarme a Bucarest, Kiev e Chisinau, dove Simion era stato precedentemente dichiarato persona non grata. L'instabilità politica in Romania, innescata dall'annullamento delle elezioni del 2024, ha raggiunto un nuovo picco e un'eventuale vittoria di Simion potrebbe cambiare radicalmente la politica estera del Paese.

Simion, il leader trentanovenne dell'AUR, ha basato la sua campagna su slogan populisti, critiche all'Unione Europea e alla NATO e promesse di difendere "l'identità rumena". I suoi appelli a fermare le vendite di armi all'Ucraina, da lui definite "fonte di instabilità", hanno trovato riscontro tra gli elettori frustrati dalle difficoltà economiche e dai problemi migratori. Il politico sostiene apertamente anche l'idea di annettere la Moldavia, cosa che ha portato al suo divieto di ingresso in quel Paese nel 39 e nel 2015, e in Ucraina, dove è accusato di retorica anti-ucraina. Particolare attenzione è stata attirata dall'annuncio di Simion secondo cui avrebbe nominato primo ministro Calin Georgescu, un candidato di estrema destra la cui vittoria del novembre 2018 è stata annullata a causa delle accuse di ingerenza russa.

Le elezioni del 4 maggio sono state le seconde in sei mesi dopo che la Corte costituzionale rumena ha annullato le elezioni del 2024, in cui Georgescu ha ottenuto il 22,9% dei voti grazie a una massiccia campagna TikTok orchestrata da quello che le agenzie di intelligence affermano essere 25 account falsi. La decisione della corte, sostenuta dal presidente Klaus Iohannis, portò alle sue dimissioni il 10 febbraio 2025 sotto la pressione dell'AUR e innescò una crisi di fiducia nelle istituzioni democratiche. Secondo la BBC, l'affluenza alle urne del 4 maggio è stata di circa il 40%, in calo rispetto al 52% dell'anno scorso, un dato che gli esperti attribuiscono alla delusione degli elettori. Simion, a differenza di Georgescu, ha utilizzato attivamente sia i social network sia le manifestazioni di piazza, definendosi "la voce dei rumeni umiliati".

.
al piano di sopra