Donald Trump, preparandosi a assumere la carica di presidente degli Stati Uniti per la seconda volta, intende avviare operazioni su larga scala per deportare i migranti il giorno successivo al suo insediamento. Lo riporta il Wall Street Journal, citando fonti dell'amministrazione Trump.
Secondo la pubblicazione, i raid dell'immigrazione avverranno prima a Chicago, per poi estendersi alle grandi città come New York, Los Angeles, Denver e Miami. Queste megalopoli sono diventate da tempo centri chiave di residenza per i migranti, molti dei quali non dispongono di documenti che confermino la loro permanenza legale nel paese.
I piani della nuova amministrazione Trump includono il rafforzamento dell’applicazione dell’immigrazione e l’inasprimento dei controlli alle frontiere. I rappresentanti del team Trump affermano che le deportazioni colpiranno soprattutto coloro che sono stati precedentemente condannati per crimini, così come coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Tuttavia, i critici temono che possano essere presi di mira anche coloro che non hanno commesso altre violazioni oltre alla mancanza di status legale.
La politica dell’immigrazione è diventata un elemento chiave della campagna elettorale di Trump. Ha ripetutamente affermato la necessità di “ristabilire l’ordine” e “proteggere i confini americani”. Durante il suo primo mandato da presidente, Trump ha già cercato di attuare misure dure contro i migranti, tra cui la costruzione di un muro al confine con il Messico e la restrizione dell’ingresso di cittadini provenienti da diversi paesi.
I piani di Trump hanno attirato aspre critiche da parte di gruppi per i diritti umani e di alcuni funzionari della città. I sindaci di New York, Los Angeles e Chicago hanno già detto che non collaboreranno con le agenzie federali per condurre raid di massa. In particolare, il sindaco di New York Eric Adams ha sottolineato che la città rimarrà “un rifugio per tutti coloro che cercano una vita migliore”.