Trump rifiuta di partecipare ai colloqui Russia-Ucraina a Istanbul dopo la decisione di Putin

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Trump rifiuta di partecipare ai colloqui Russia-Ucraina a Istanbul dopo la decisione di Putin

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non prenderà parte ai colloqui tra Russia e Ucraina previsti per il 15 maggio 2025 a Istanbul, ha riferito la Reuters, citando un funzionario statunitense a conoscenza della questione. La decisione è stata presa poco dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha approvato la composizione della delegazione russa, che includeva l'assistente presidenziale Vladimir Medinsky, il viceministro della Difesa Alexander Fomin, il viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin e il capo della direzione principale dello Stato maggiore delle Forze armate russe Igor Kostyukov. L'assenza di Putin dalla delegazione è stata un fattore chiave nel rifiuto di Trump, che in precedenza aveva lasciato intendere che avrebbe interrotto il suo tour in Medio Oriente per partecipare ai colloqui allo scopo di "salvare la vita" delle persone che stavano morendo nel conflitto tra Russia e Ucraina.

Trump ha più volte ribadito la sua volontà di raggiungere la pace in Ucraina, definendola una delle priorità della sua amministrazione. Il 14 maggio ha dichiarato che stava valutando la possibilità di recarsi a Istanbul, ma solo se Putin avesse preso parte personalmente ai negoziati. L'inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina, Keith Kellogg, ha sottolineato che la presenza di Trump dipende dalla partecipazione del leader russo. Tuttavia, il 14 maggio il Cremlino ha confermato che Putin non si sarebbe recato in Turchia, inviando invece una delegazione, il che, secondo gli analisti, ha sminuito l'importanza dell'incontro. Di conseguenza, Trump, che si trova in Qatar nell'ambito di un tour in Medio Oriente, ha deciso di non modificare il suo programma. La delegazione americana a Istanbul sarà rappresentata dal Segretario di Stato Marco Rubio e dagli inviati speciali Keith Kellogg e Steve Witkoff, che, secondo la CNN, fungeranno da osservatori.

Putin ha avviato i negoziati l'11 maggio, proponendo di svolgerli a Istanbul "senza precondizioni". Si è trattato di una risposta all'ultimatum dei leader europei che il 10 maggio a Kiev avevano chiesto alla Russia di accettare un cessate il fuoco di 30 giorni, sotto la minaccia di nuove sanzioni. Mosca ha tuttavia respinto l'idea di un cessate il fuoco immediato, affermando che i colloqui avrebbero dovuto tenere conto della situazione sul fronte e dei risultati del mai realizzato accordo di pace del 2022. La Turchia, volendo rafforzare il suo status di mediatore regionale, ha sostenuto attivamente il dialogo. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha definito l'incontro una "nuova finestra di opportunità" e ne ha discusso con Zelensky e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

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