L'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump sta valutando un forte aumento dei dazi commerciali sui beni provenienti dalla Cina, dall'attuale 145% al 245%. Lo ha riferito l'ufficio stampa della Casa Bianca, sottolineando che la nuova ondata di escalation è stata causata dalle misure di ritorsione adottate da Pechino in risposta al recente aumento dei dazi americani. Secondo la dichiarazione ufficiale, la decisione mira a proteggere la sicurezza nazionale e la stabilità economica degli Stati Uniti, ma ha già suscitato preoccupazione tra gli esperti, che prevedono un'ulteriore escalation della guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali. Non è ancora stata specificata la tempistica esatta dei nuovi dazi, ma la Casa Bianca ha segnalato la propria disponibilità ad adottare misure severe se la Cina non cambierà la sua politica commerciale.
In precedenza, il 9 aprile 2025, Trump aveva aumentato i dazi sulle importazioni cinesi al 125%, ma il giorno dopo le autorità statunitensi hanno chiarito che il livello effettivo era del 145%. In risposta, la Cina ha aumentato i dazi sui prodotti americani dall'84% al 125% e ha vietato le esportazioni di terre rare e magneti, essenziali per la produzione di automobili, semiconduttori e attrezzature aerospaziali e militari. La mossa di Pechino, come indicato in una dichiarazione della Casa Bianca, è diventata un catalizzatore per la preparazione di nuove restrizioni che potrebbero colpire un'ampia gamma di prodotti cinesi, dall'elettronica ai componenti industriali.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, iniziata nel 2018, ha raggiunto un nuovo apice. Nel marzo 2025, gli Stati Uniti hanno aumentato i dazi sui prodotti cinesi, tra cui batterie e minerali essenziali, determinando un aumento dei prezzi dei prodotti elettronici e delle automobili negli Stati Uniti, ha riferito Reuters. La Cina ha risposto con misure speculari, limitando l'accesso delle aziende americane al suo mercato. Come riporta Bloomberg, il divieto imposto da Pechino alle esportazioni di terre rare ha già causato una crisi nell'industria americana, con le azioni di aziende come Tesla e Lockheed Martin che sono crollate del 3-5% in una settimana. Gli analisti stimano che la Cina controlli fino all'80% della fornitura mondiale di questi materiali, il che rende le sue sanzioni particolarmente dolorose.
Le conseguenze economiche dell'escalation si fanno sentire su entrambe le sponde del Pacifico. Secondo il Wall Street Journal, l'aumento dei dazi al 245% potrebbe aumentare il costo dei prodotti cinesi negli Stati Uniti dal 20% al 30%, danneggiando i consumatori americani, che già si trovano ad affrontare un'inflazione del 6,2% entro la fine del 2024. In Cina, dove la crescita economica è rallentata al 4,5%, i nuovi dazi minacciano le industrie orientate all'export che rappresentano circa il 18% del PIL. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato di essere pronto a presentare un reclamo all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), accusando gli Stati Uniti di violare le norme sul commercio internazionale.