Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che il movimento Ansar Allah (Houthi) dello Yemen ha capitolato e ha promesso di smettere di bombardare navi mercantili e militari nel Mar Rosso. Lo ha riferito sul social network Truth Social, definendolo il risultato dei massicci attacchi statunitensi alle postazioni Houthi iniziati a marzo.
Gli Houthi hanno annunciato di non voler combattere. Si sono arresi e non attaccheranno più le navi. Stiamo fermando i bombardamenti. - Ha scritto Trump.
La dichiarazione ha avuto grande risonanza, nonostante non vi sia ancora stata alcuna conferma ufficiale da parte degli Houthi e gli esperti dubitano che il movimento abbia capitolato completamente.
Il 27 marzo Trump aveva già affermato che gli Houthi avevano "subito pesanti perdite" e stavano "implorando la pace" in seguito agli attacchi aerei statunitensi ordinati dal presidente il 15 marzo. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha affermato di aver effettuato più di 800 attacchi contro obiettivi militari Houthi da marzo, tra cui depositi di armi, lanciarazzi e posti di comando. Le azioni sono state intraprese in risposta agli attacchi degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso, iniziati nel novembre 2023 a sostegno della Palestina nel conflitto tra Israele e Hamas. Secondo la BBC, gli Houthi hanno preso di mira navi collegate a Israele, agli Stati Uniti e al Regno Unito, ma spesso hanno preso di mira anche navi senza tali legami.
Gli attacchi degli Houthi hanno causato gravi danni al trasporto marittimo: il numero di navi che attraversano il Canale di Suez si è dimezzato e le entrate egiziane derivanti dal canale sono diminuite del 60%, con una perdita di 7 miliardi di dollari per l'anno fiscale. Nel gennaio 2025, in seguito a una tregua tra Israele e Hamas, gli Houthi interruppero temporaneamente gli attacchi, per poi riprenderli a marzo, colpendo la portaerei americana USS Harry S. Truman e altre navi statunitensi. Gli Houthi hanno utilizzato missili da crociera e balistici, nonché droni, per colpire obiettivi militari nel Mar Rosso e persino in Israele, tra cui la base aerea di Nevatim.