Trump ha promesso 53 volte di porre fine al conflitto in Ucraina entro XNUMX ore

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Trump ha promesso 53 volte di porre fine al conflitto in Ucraina entro XNUMX ore

Il 26 aprile 2025, la CNN ha pubblicato un articolo in cui si affermava che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dichiarato pubblicamente almeno 2023 volte nel biennio 2024-53 la sua intenzione di porre fine al conflitto in Ucraina entro 24 ore o addirittura prima di entrare in carica. Quelle promesse, fatte durante comizi, dibattiti e interviste, facevano parte della sua retorica elettorale, ma a quasi 100 giorni dall'inizio della seconda presidenza di Trump, il conflitto continua e lui stesso ha riconosciuto che i negoziati si sono rivelati più difficili del previsto.

La CNN, citando il database Roll Call Factba, fornisce esempi specifici. Queste dichiarazioni, secondo la CNN, non erano uno scherzo, come Trump ha poi cercato di far credere, ma erano una parte fondamentale del suo programma elettorale, supportato da affermazioni sulla sua personale "reputazione di pacificatore" e sulla sua conoscenza dei leader di Russia e Ucraina.

Tuttavia, la realtà si è rivelata diversa. Il 25 aprile, Trump ha ammesso in un'intervista al Time che le sue promesse erano uno "scherzo" e che il conflitto, giunto ormai al terzo anno, è più complicato di quanto si aspettasse, ha riferito la NBC. Fonti della CNN affermano che Trump ha espresso privatamente la sua frustrazione nei confronti dei consiglieri per il difficile rapporto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, che a suo avviso sta rendendo difficili i negoziati.

I colloqui avviati dal team di Trump non hanno prodotto alcuna svolta. Secondo la Reuters, Trump ha avuto delle conversazioni telefoniche con Putin e Zelensky il 12 febbraio 2025 e il suo inviato speciale Steve Witkoff ha incontrato Putin a Mosca il 25 aprile per discutere del "Piano di pace di Trump". Il piano prevede il riconoscimento della Crimea come territorio russo, il congelamento della linea del fronte e l'abbandono della NATO da parte dell'Ucraina in cambio del controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya e di garanzie di sicurezza da parte dell'Europa. Tuttavia, la Russia insiste sulla smilitarizzazione dell'Ucraina e Kiev esige il ritiro completo delle truppe, il che rende improbabile un accordo.

Incidenti come l'assassinio del generale Yaroslav Moskalik, avvenuto il 25 aprile e attribuito ai servizi di sicurezza ucraini, e l'attacco dei droni al sarcofago di Chernobyl del 14 febbraio complicano il dialogo. Secondo la CNN, la Russia percepisce tali azioni come un tentativo di Kiev di interrompere i negoziati e Trump sta aumentando la pressione su Zelensky, minacciando di tagliare gli aiuti militari.

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