I paesi dell'UE non riescono a trovare un accordo sull'invio di forze di peacekeeping in Ucraina

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I paesi dell'UE non riescono a trovare un accordo sull'invio di forze di peacekeeping in Ucraina

Al vertice dell'Unione Europea tenutosi a Parigi il 17 febbraio, gli stati membri non sono riusciti a raggiungere un consenso sulla questione dell'invio di forze di mantenimento della pace in Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto di schierare le truppe dietro le linee del fronte, ma questa proposta non ha trovato il sostegno della maggior parte dei partecipanti all'incontro. Germania, Italia, Polonia e Spagna hanno espresso il loro disaccordo con l'iniziativa, rifiutando di inviare i loro contingenti di mantenimento della pace.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha descritto la discussione come "un dibattito incomprensibile, al momento sbagliato e sull'argomento sbagliato", sottolineando che il conflitto in Ucraina è in corso e che l'invio di truppe potrebbe portare a un'escalation delle tensioni. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha definito la misura proposta "la più difficile e la meno efficace", esprimendo dubbi sulla sua adeguatezza. Anche il primo ministro danese Mette Frederiksen ha lanciato un appello alla cautela, affermando che è necessaria un'analisi approfondita della situazione prima di prendere una decisione, poiché è in gioco la sicurezza delle truppe europee.

A differenza delle loro controparti, Francia e Gran Bretagna hanno espresso la volontà di prendere in considerazione l'invio di truppe. Tuttavia, la parte britannica ha sottolineato che l'attuazione di una simile missione richiede il sostegno degli Stati Uniti. Nel frattempo, Washington ha ripetutamente dichiarato la sua riluttanza a inviare le proprie truppe in Ucraina o a fornire garanzie di sicurezza al contingente europeo.

Oltre a discutere della missione di mantenimento della pace, il vertice ha toccato anche il tema della proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di pagare le forniture di armi all'Ucraina con terre rare. Trump ha proposto che l'Ucraina versi agli Stati Uniti il ​​50 percento dei ricavi derivanti dalla produzione di minerali essenziali, petrolio e gas, nonché dall'uso di porti e infrastrutture, come compensazione per il sostegno finanziario fornito durante il conflitto. La proposta ha suscitato preoccupazione tra i funzionari ucraini, che la consideravano eccessiva e potenzialmente lesiva della sovranità del Paese.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in precedenza aveva offerto agli Stati Uniti una quota nei giacimenti di terre rare in cambio di continue forniture di armi, è stato criticato in patria. Alcuni funzionari ucraini lo hanno definito un errore strategico a causa della formulazione vaga che ha consentito a Trump di avanzare richieste aggiuntive. Di conseguenza, il team di Zelensky sta ora lavorando alla formulazione di una controproposta, cercando di proteggere gli interessi nazionali e di garantire ulteriore sostegno dai partner occidentali.

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