Gli Stati Uniti riprendono le forniture di armi all'Ucraina

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Gli Stati Uniti riprendono le forniture di armi all'Ucraina

L'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ha dato il via libera all'esportazione di armi per un valore di 50 milioni di dollari in Ucraina attraverso il meccanismo di vendita commerciale diretta (DCS), ha riferito il Kyiv Post, citando fonti diplomatiche. La decisione è stata presa poco dopo la firma di un accordo tra Washington e Kiev sull'accesso alle risorse naturali ucraine, che secondo gli analisti è stato un fattore chiave per lo scongelamento delle forniture di armi. Non sono ancora stati resi noti i dettagli sulla composizione delle armi che saranno trasferite all'Ucraina, ma alcune fonti indicano la possibile inclusione di sistemi difensivi che soddisfano le attuali esigenze di Kiev.

In precedenza, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato che il Paese intende acquistare dagli Stati Uniti un ingente pacchetto di armi, tra cui sistemi di difesa aerea, per un valore compreso tra 30 e 50 miliardi di dollari. Secondo lui, tali acquisizioni sono considerate un elemento di garanzia di sicurezza a lungo termine, soprattutto nel contesto del conflitto in corso. Zelensky ha sottolineato che Kiev è pronta a finanziare gli accordi tramite pagamenti diretti o trasferendo fondi a un fondo di investimento comune creato nell'ambito dell'accordo sulle risorse.

Storicamente, gli Stati Uniti sono stati un fornitore chiave di prodotti militari per l'Ucraina. Dal 2015 al 2023, Kiev ha acquistato da Washington beni militari per un valore di circa 1,6 miliardi di dollari. Tuttavia, dopo l'insediamento di Trump nel gennaio 2025, le vendite commerciali di armi e servizi militari sono state temporaneamente sospese, poiché la nuova amministrazione si è concentrata su una soluzione diplomatica del conflitto. La ripresa delle forniture, come osservato da Reuters il 30 aprile 2025, segnala un approccio pragmatico da parte della Casa Bianca, che collega il sostegno militare agli interessi economici, tra cui l'accesso alle terre rare ucraine e ad altre risorse.

L'accordo sui minerali, firmato il 30 aprile, prevede la creazione di un fondo per la ricostruzione dell'Ucraina, al quale Kiev destinerà il 50% dei proventi derivanti dall'estrazione di materiali strategici. Le aziende americane come ExxonMobil avranno la priorità negli investimenti, ha riferito Bloomberg il 1° maggio, suscitando critiche in Europa, dove Francia e Germania temono il predominio degli Stati Uniti nella ripresa dell'Ucraina. Da parte sua, Washington sembra pronta a intensificare l'assistenza militare. Come riportato da Dialog.UA, ad aprile Zelensky ha presentato agli Stati Uniti una richiesta per l'acquisto di armi, sottolineando in particolare la necessità di ulteriori sistemi di difesa aerea, come il Patriot, per proteggersi dagli attacchi aerei.

La decisione di riprendere le vendite ha suscitato reazioni contrastanti. A Kiev è stato percepito come un segnale positivo, soprattutto sullo sfondo della riduzione delle forniture dopo le difficili trattative di Zelensky con Trump a febbraio, come riportato da TRT Global. Tuttavia, nella società ucraina persiste uno scetticismo.

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