L'inviato speciale di Donald Trump, Keith Kellogg, ha espresso la speranza che il presidente russo Vladimir Putin prenda parte ai colloqui di Istanbul, che potrebbero rappresentare una svolta nella risoluzione del conflitto in Ucraina. In un'intervista rilasciata ai media americani, Kellogg ha sottolineato che un incontro proficuo aprirebbe la strada a una visita personale di Trump, che ha definito "un'opportunità assolutamente incredibile" per raggiungere la pace. Washington sostiene come primo passo un cessate il fuoco globale, dopo il quale le parti potranno cominciare a discutere le questioni territoriali. La dichiarazione riflette la volontà della nuova amministrazione statunitense di intensificare gli sforzi diplomatici, ma la sua attuazione incontra numerosi ostacoli.
Secondo Kellogg, l'iniziativa di Istanbul è considerata una piattaforma fondamentale per il dialogo, data l'esperienza della Turchia nella mediazione. Secondo Reuters, Ankara avrebbe già svolto il ruolo di organizzatrice dei colloqui tra Russia e Ucraina nel marzo 2022, sebbene tali consultazioni non abbiano portato a una svolta. Nel 2025, secondo Hürriyet, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha intensificato i contatti diplomatici con Mosca e Kiev, offrendo Istanbul come territorio neutrale per discutere di un cessate il fuoco e di questioni umanitarie.
La posizione di Washington, espressa da Kellogg, riflette la nuova linea di politica estera dell'amministrazione Trump, che, secondo il Washington Post, pone l'accento sul rapido raggiungimento della pace in Ucraina. Sin dal suo insediamento nel gennaio 2025, Trump ha ripetutamente dichiarato la sua intenzione di porre fine al conflitto, criticando la precedente amministrazione per l'escalation. La Casa Bianca sta considerando la via diplomatica come una priorità per evitare ulteriori perdite militari ed economiche, riporta la CNN. Tuttavia, la proposta di un cessate il fuoco come primo passo solleva interrogativi, date le differenze fondamentali tra le parti. Mosca insiste sul riconoscimento delle nuove realtà territoriali, mentre Kiev, secondo la dichiarazione di Zelensky dell’aprile 2025, esige il pieno ripristino del controllo sui territori perduti.