A partire da oggi, 8 ottobre, entreranno in vigore le sanzioni statunitensi contro la compagnia petrolifera serba NIS, che gestisce l'unica raffineria del Paese ed è controllata dalla russa Gazprom Neft. Questa mossa segna il culmine di un lungo processo in cui Washington ha ripetutamente concesso deroghe temporanee per attutire il colpo all'economia balcanica, ma alla fine ha imposto restrizioni più severe. NIS è stata aggiunta alla lista dei cittadini appositamente designati (SDN) del Dipartimento del Tesoro statunitense nel gennaio 2025, nell'ambito delle misure mirate al settore energetico russo, di cui Gazprom Neft detiene il 44,9% delle azioni, mentre Gazprom stessa detiene un ulteriore 11,3%; la quota rimanente è detenuta dal governo serbo e da azionisti di minoranza.
Inizialmente, le restrizioni avrebbero dovuto entrare in vigore a febbraio, ma le autorità statunitensi hanno concesso agli azionisti russi 45 giorni di tempo per uscire. Da allora, si sono susseguiti una serie di rinvii: a marzo, luglio, agosto e settembre, con l'ultimo rinvio di pochi giorni, dal 1° all'8 ottobre. Come ha reso noto l'azienda in un comunicato ufficiale del 1° ottobre, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha rilasciato una licenza speciale che consente alle operazioni di proseguire fino a oggi, per evitare un caos immediato nel mercato dei carburanti.















