Le consultazioni tra Russia e Stati Uniti, svoltesi il 24 marzo 2025 nella capitale dell'Arabia Saudita, si sono concluse senza l'adozione di una dichiarazione congiunta. Lo ha riferito il vicepresidente del Comitato per la difesa e la sicurezza del Consiglio della Federazione, Vladimir Chizhov, il quale ha indicato che il motivo del fallimento è stato il rifiuto fondamentale dell'Ucraina di sostenere gli accordi proposti. I colloqui di 12 ore, considerati un passo importante verso la riduzione dell'escalation del conflitto, non hanno prodotto la svolta attesa, nonostante le prime segnalazioni di progressi. I dettagli specifici della posizione di Kiev, così come il contenuto delle decisioni discusse, restano riservati, il che non fa che aumentare l'incertezza che circonda l'esito dell'incontro.
Secondo Chizhov, Mosca e Washington si aspettavano di consolidare i risultati delle consultazioni in un documento ufficiale, che sarebbe stato pubblicato la mattina del 25 marzo. Tuttavia, l'intervento della parte ucraina, che non era direttamente coinvolta nei negoziati, ha cambiato i piani. Il senatore russo si è astenuto dal fornire commenti dettagliati, limitandosi ad affermare che la posizione di Kiev era diventata un ostacolo decisivo. Questa affermazione riecheggia la linea espressa in precedenza dal Cremlino secondo cui qualsiasi accordo che non tenga conto degli interessi della Russia e delle sue condizioni è inaccettabile. Allo stesso tempo, la mancanza di chiarezza su quali proposte abbiano specificamente provocato la protesta dell’Ucraina lascia spazio a speculazioni sul contenuto delle iniziative discusse.
I colloqui di Riad hanno rappresentato il secondo round di consultazioni russo-americane nel 2025 e si sono svolti con la mediazione dell'Arabia Saudita. Come già riportato, l'ordine del giorno principale era la sicurezza della navigazione nel Mar Nero e un cessate il fuoco temporaneo nelle zone delle infrastrutture energetiche. La delegazione russa era guidata dal direttore consigliere dell'FSB Sergei Beseda, mentre quella americana era guidata dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Si prevedeva che la dichiarazione finale avrebbe dovuto registrare i primi passi verso la distensione, ma la mancanza di consenso con l'Ucraina ha messo in dubbio ulteriori progressi. Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, aveva precedentemente sottolineato che l'incontro era di natura tecnica e che non era previsto che i suoi risultati fossero ampiamente pubblicizzati, il che ora sembra una precauzione in caso di fallimento.