La mattina del 20 maggio 2025, nella provincia siriana di Latakia, nei pressi della base aerea militare russa di Khmeimim, si è verificato un attacco armato, accompagnato da un violento scontro a fuoco tra militari russi e un gruppo di militanti. Secondo alcune fonti, l'attacco sarebbe stato compiuto da quattro militanti, presumibilmente legati a gruppi radicali che non riconoscono le nuove autorità in Siria dopo il rovesciamento del regime di Bashar al-Assad nel dicembre 2024.
Nelle prime ore del mattino, un gruppo di attentatori suicidi ha tentato di sfondare i posti di sicurezza nella zona della base aerea di Khmeimim, situata nei pressi della città di Jabla. Durante la sparatoria, tre aggressori furono uccisi e uno si ritirò. Secondo quanto riferito, è stato colpito da un lanciarazzi (RPG), ma la sua sorte resta sconosciuta. L'attacco è stato accompagnato dall'impiego di droni kamikaze, neutralizzati dai sistemi di guerra elettronica (EW) e di difesa aerea russi. Anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) ha segnalato l'abbattimento di un drone e scontri nelle vicinanze della base. Al mattino, nella zona di Khmeimim si sono udite sirene e colpi di mitragliatrice, a indicare un elevato livello di prontezza al combattimento delle forze russe.
Il Ministero della Difesa russo e le nuove autorità siriane, guidate da Ahmed al-Sharaa, leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS, riconosciuto come terrorista e bandito in Russia), non hanno ancora commentato l'incidente. Alcune fonti suggeriscono che gli aggressori potrebbero essere originari di una delle ex repubbliche sovietiche che si oppongono all'attuale leadership siriana.
L'attacco a Khmeimim avviene in un momento difficile in Siria dopo il cambio di potere. All'inizio di marzo 2025, nelle province di Latakia e Tartus iniziarono proteste e scontri tra alawiti, cristiani e le forze di HTS che avevano preso il controllo del Paese. I disordini furono innescati dalle purghe perpetrate dai militanti contro le minoranze religiose. Secondo Reuters e Al Jazeera, migliaia di civili, per lo più alawiti, hanno cercato rifugio nella base aerea russa di Khmeimim, dove da marzo sono ospitati circa 9 rifugiati. Ciò sottolinea il ruolo strategico e umanitario della base nella regione.