Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto una maggiore presenza della NATO in Groenlandia, citando i cambiamenti nella regione artica causati dai cambiamenti climatici e il crescente interesse per le nuove rotte di navigazione provenienti da Cina e Russia. Lo ha annunciato in un'intervista con RND l'8 febbraio 2025.
Scholz ha sottolineato che il principio dell'inviolabilità delle frontiere dovrebbe applicarsi a tutti i Paesi. Ha sottolineato che lo scioglimento dei ghiacci artici sta aprendo nuove rotte marittime, attirando sempre più l'attenzione di Cina e Russia. Ciò solleva legittime questioni di sicurezza che devono essere discusse all'interno della NATO. Il Cancelliere ha espresso l'opinione che l'alleanza dovrebbe rafforzare la propria presenza in Groenlandia.
In particolare, Scholz non ha rilasciato dichiarazioni in merito ai piani del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di annettere l'isola, nonostante alcuni giornalisti gli abbiano chiesto spiegazioni. In precedenza, il 7 febbraio, il quotidiano britannico The Daily Telegraph aveva riferito che la NATO stava discutendo la possibilità di inviare truppe in Groenlandia, in seguito alle dichiarazioni di Trump sulla necessità di annettere l'isola. Nel corso di colloqui informali, i rappresentanti dei paesi dell'alleanza hanno discusso la possibilità di ricorrere alla clausola di difesa collettiva contro gli Stati Uniti.
Il 26 gennaio Trump si è dichiarato fiducioso che gli Stati Uniti avrebbero ottenuto la Groenlandia. Il giorno prima aveva insistito per acquistare l'isola in una conversazione telefonica con il primo ministro danese Mette Frederiksen, mostrando un atteggiamento aggressivo e conflittuale.
La Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, riveste un'importanza strategica grazie alla sua posizione geografica e alle sue ricche risorse naturali. Il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacci stanno rendendo la regione più accessibile, aprendo nuove opportunità per il trasporto marittimo e l'attività mineraria. Ciò ha attirato l'attenzione delle potenze mondiali, tra cui Stati Uniti, Russia e Cina, e ha sollevato preoccupazioni circa possibili cambiamenti nell'equilibrio geopolitico nell'Artico.