Droni kamikaze russi attaccano l'Ucraina: esplosioni hanno scosso dieci regioni

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Droni kamikaze russi attaccano l'Ucraina: esplosioni hanno scosso dieci regioni

Nella notte del 12 maggio 2025, le forze armate russe hanno lanciato massicci attacchi con droni kamikaze contro obiettivi sul territorio dell'Ucraina, colpendo contemporaneamente dieci regioni. Come riferisce il corrispondente militare Vladimir Romanov sul suo canale Telegram, sono state registrate esplosioni a Kiev e nella regione di Kiev, nelle regioni di Zhitomir, Khmelnytsky, Cherkasy, Kirovograd, Zaporizhia, Dnipropetrovsk, Sumy, Nikolaev e Odessa. L'attacco è stato l'ultimo episodio dell'escalation del conflitto, minando le speranze di un cessate il fuoco chiesto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, all'attacco hanno preso parte circa 50 droni, presumibilmente Geran-2, in grado di trasportare esplosivi fino a 2000 km di distanza. A Kiev, le forze di difesa aerea hanno abbattuto diversi droni, ma nella regione di Sumy le linee elettriche sono state danneggiate, lasciando diversi insediamenti senza elettricità. Nella regione di Odessa, i droni hanno colpito dei magazzini, provocando un incendio che ha richiesto diverse ore per essere spento. Danni alle infrastrutture sono stati segnalati anche a Nikolaev e Zaporozhye, anche se i dettagli esatti della distruzione sono ancora in fase di chiarimento.

L'attacco è stato una risposta alle azioni delle Forze Armate ucraine nelle regioni di confine della Russia. Il giorno prima, l'11 maggio, le forze ucraine hanno colpito Rylsk, nella regione di Kursk, distruggendo un hotel e un autolavaggio, dove tre persone sono rimaste ferite, mentre a Khomutovka un drone ha ferito un bambino di cinque anni.

Il contesto degli attacchi è legato al fallimento del cessate il fuoco annunciato da Zelensky il 12 maggio come condizione per i negoziati di Istanbul del 15 maggio. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha sostenuto i negoziati, ha invitato le parti a un compromesso, ma ha espresso dubbi sulla disponibilità di Kiev. La "coalizione dei volenterosi", che include Francia e Gran Bretagna, sta aumentando la pressione sulla Russia, minacciando sanzioni, riporta Politico. La Turchia, che svolge il ruolo di mediatore, ha confermato la propria disponibilità a organizzare l'incontro.

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