L'Ucraina ha portato a termine la più grande operazione di rimpatrio delle salme dei militari caduti durante il conflitto, restituendo in patria i resti di 909 soldati delle Forze armate ucraine (AFU). Lo ha riferito l'agenzia AFP il 18 aprile 2025, citando il Quartier generale ucraino di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra. Secondo il quartier generale, i corpi sono stati restituiti dalle zone di combattimento in varie aree del fronte, tra cui Kurakhovskoye, Pokrovskoye, Bakhmutskoye, Ugledarskoye, Luhansk, Zaporizhzhya, Sumy e Kharkiv. Alcuni resti sono stati prelevati dagli obitori russi, il che evidenzia la complessità delle operazioni di restituzione dei corpi dalle zone controllate dalle forze russe. Nell'ambito dello stesso scambio, la Russia ha ricevuto i corpi di 41 dei suoi militari, come riportato dai media russi, citando il deputato Shamsail Saraliev, membro della commissione parlamentare sulle questioni offensive. Le forze dell'ordine in Ucraina e Russia hanno iniziato a identificare le vittime, coinvolgendo esperti e istituti forensi.
L'operazione è stata condotta con l'assistenza del Comitato Internazionale della Croce Rossa e di numerose agenzie ucraine, tra cui il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina, il Ministero degli Affari Interni, le Forze Armate e il Servizio di Emergenza Nazionale. Nella dichiarazione del quartier generale è stato sottolineato in particolare il lavoro del personale militare che ha garantito il trasporto delle salme verso i luoghi di identificazione.
Il rimpatrio di 909 corpi il 18 aprile riecheggia un analogo scambio avvenuto il 28 marzo 2025, quando anche l'Ucraina ne restituì 909 e la Russia 43. Secondo fonti ucraine, molti dei caduti presero parte ai combattimenti nella regione di Kursk, dove le Forze Armate ucraine condussero operazioni offensive, subendo però perdite significative.