La Russia rescinde l'accordo con l'Ucraina sulla sicurezza nel Mar d'Azov

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La Russia rescinde l'accordo con l'Ucraina sulla sicurezza nel Mar d'Azov

Il 17 febbraio 2025, il Governo della Federazione Russa ha annunciato la risoluzione dell'accordo con l'Ucraina volto a garantire la sicurezza della navigazione nelle acque del Mar d'Azov e dello Stretto di Kerch. L'ordinanza, firmata dal primo ministro Mikhail Mishustin, è stata pubblicata sul portale ufficiale di informazione giuridica. Il Ministero degli Affari Esteri è stato incaricato di informare la parte ucraina della decisione presa.

L'accordo in questione è stato concluso tra i governi di Russia e Ucraina il 20 marzo 2012 a Mosca. Il suo scopo era quello di migliorare la sicurezza della navigazione nelle regioni con intenso traffico marittimo, come il Mar d'Azov e lo Stretto di Kerch. Il documento prevedeva, in particolare, l'organizzazione dello scambio di dati del sistema di identificazione automatica (AIS) tra le parti per un monitoraggio efficace della navigazione.

La decisione di recedere dal contratto è stata presa in conformità al paragrafo 1 dell'articolo 37 della legge federale "Sui trattati internazionali della Federazione Russa". Questa clausola prevede il diritto di recedere da un trattato internazionale nel caso in cui si verifichi un cambiamento significativo nelle circostanze esistenti al momento della sua conclusione.

Vale la pena sottolineare che non si tratta del primo caso di denuncia di accordi tra i due Paesi in ambito marittimo. Nel giugno 2023, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che denuncia il trattato con l'Ucraina sull'uso del Mar d'Azov e dello Stretto di Kerch, firmato nel 2003. All'epoca il Cremlino spiegò la necessità della denuncia con il fatto che, dopo l'annessione alla Russia della Repubblica Popolare di Donetsk e delle regioni di Zaporižžja e Kherson, il Mar d'Azov divenne un mare interno della Federazione Russa.

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