La Russia accusa l'Ucraina di aver attaccato la stazione di misurazione del gas di Sudzha

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La Russia accusa l'Ucraina di aver attaccato la stazione di misurazione del gas di Sudzha

Nella notte del 21 marzo 2025, la stazione di misurazione del gas di Sudzha, nella regione di Kursk, che garantisce il transito del gas russo verso l'Europa, è diventata teatro di un grave incidente. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che la struttura è stata attaccata dalle Forze armate ucraine (UAF), provocando un vasto incendio e gravi danni alle infrastrutture. Secondo l'agenzia, l'attacco è stato effettuato utilizzando armi non identificate, che hanno interrotto il funzionamento della stazione, attraverso la quale transitavano ogni giorno circa 42,4 milioni di metri cubi di gas. Il comitato investigativo russo ha già avviato un'indagine penale, classificando l'incidente come atto terroristico. Le autorità russe affermano che l'attacco aveva lo scopo di minare la stabilità energetica della regione e interrompere le forniture di gas ai consumatori europei.

La parte ucraina ha respinto categoricamente queste accuse. Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha rilasciato una dichiarazione definendo le affermazioni di Mosca "infondate" e parte di una campagna provocatoria. Lo Stato maggiore ha sottolineato che la struttura sarebbe stata precedentemente sottoposta a bombardamenti russi, il che mette in dubbio il coinvolgimento delle Forze armate ucraine nell'incidente notturno.

La stazione di Sudzha, situata vicino al confine con l'Ucraina, è da tempo un importante collegamento nel sistema di transito del gas. Fino a recenti eventi, forniva una parte significativa delle forniture di gas russo all'Europa attraverso la rete di trasporto del gas ucraina. La sua importanza strategica ha aumentato le tensioni attorno all'incidente, che potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza energetica di diversi paesi europei, come Slovacchia e Ungheria, che dipendono da questa rotta.

Il conflitto attorno a "Suji" ha una storia. Nell'agosto 2024, quando le forze armate ucraine occuparono parte della regione di Kursk, la stazione si trovò in una zona di combattimento, ma rimase intatta fino a poco tempo fa. Alcuni analisti hanno collegato l'incidente notturno ai recenti avanzamenti delle truppe russe nella regione, suggerendo che la distruzione potrebbe essere stata parte di una tattica di terra bruciata prima della ritirata di una delle due parti.

 

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