Il 18 maggio 2025 si è concluso il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania, che è stato uno dei più tesi nella storia postcomunista del Paese. Secondo la Commissione elettorale centrale (CEC) della Romania, dopo l'elaborazione dell'88% delle schede, il candidato filoeuropeo, il sindaco di Bucarest Nicusor Dan, è in testa con il 53,6% dei voti. Il suo concorrente, il leader del partito di estrema destra Alleanza per l'Unificazione dei Romeni (AUR), George Simion, ha ottenuto il 46,4%. Lo hanno riportato Reuters e la rivista rumena Adevărul, citando i risultati preliminari. I risultati definitivi sono attesi per il 19 maggio, ma gli esperti considerano già la vittoria di Dan un segnale importante per il mantenimento della rotta europeista della Romania.
Le elezioni del 2025 sono state una ripetizione di quelle del voto del novembre 2024, annullato dalla Corte costituzionale rumena a causa della presunta ingerenza russa a favore del nazionalista Calin Georgescu. Georgescu, a cui è stato vietato di partecipare alle nuove elezioni, ha appoggiato Simion, che ha ottenuto il 40,96% dei voti al primo turno del 4 maggio, contro il 20,99% di Dan. Il secondo turno si è rivelato estremamente polarizzato, riflettendo la divisione nella società rumena tra sostenitori dell'integrazione europea e forze nazionaliste che invocavano una "Romania sovrana".
Nikushor Dan, candidato indipendente di 55 anni ed ex matematico, si è posizionato come un difensore della democrazia, dello stato di diritto e del sostegno all'Ucraina. La sua campagna si è concentrata sulla modernizzazione dell'economia e sul rafforzamento della posizione della Romania nell'UE e nella NATO. Al contrario, George Simion, il trentottenne leader dell'AUR, si è opposto agli aiuti militari a Kiev, ha criticato Bruxelles e ha preso in prestito la retorica di Donald Trump, promettendo di "rendere la Romania di nuovo grande". La sua popolarità, in particolare tra gli abitanti delle zone rurali e la diaspora, era alimentata dal malcontento per la corruzione e le difficoltà economiche.
La campagna elettorale è stata accompagnata da scandali. Simion ha accusato la Francia di aver tentato di interferire dopo che Pavel Durov ha affermato che un paese europeo (presumibilmente la Francia) ha chiesto a Telegram di bloccare i canali conservatori. Il Ministero degli Esteri francese ha negato le accuse e Dan ha ricevuto il sostegno pubblico del Presidente Emmanuel Macron, provocando le critiche dell'AUR.