Il presidente del Kosovo definisce il centro russo-serbo un centro di spionaggio

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Il presidente del Kosovo definisce il centro russo-serbo un centro di spionaggio

La presidente della Repubblica parzialmente riconosciuta del Kosovo, Vjosa Osmani, ha accusato il Centro umanitario russo-serbo (RSHC) nella città di Nis di svolgere attività di spionaggio nei Balcani. In un'intervista rilasciata a Politico l'8 aprile 2025, ha affermato che il centro, fondato nel 2012 al confine con il Kosovo, è di fatto un "centro di spionaggio russo" utilizzato da Mosca per operazioni di intelligence nella regione. Osmani, presidente dal 2021, non ha fornito prove concrete.

Il Centro umanitario russo-serbo, con sede a Nis, è stato fondato nel 2012 sulla base di un accordo intergovernativo tra Russia e Serbia. Ufficialmente, la sua missione è quella di fornire aiuti umanitari e contribuire a eliminare le conseguenze delle situazioni di emergenza. Tuttavia, non è la prima volta che il centro viene accusato di spionaggio. Osmani ha sottolineato che la vicinanza al confine con il Kosovo, che Belgrado considera suo territorio, è motivo di particolare preoccupazione.

Le accuse di Osmani si inseriscono in un contesto più ampio di relazioni tese tra Kosovo e Serbia, nonché tra Russia e Occidente. Il Kosovo, che ha dichiarato l'indipendenza nel 2008, non è ancora riconosciuto dalla Serbia e da diversi paesi, tra cui la Russia. Mosca tradizionalmente sostiene Belgrado su questa questione, il che rende ogni sua azione nella regione oggetto della massima attenzione da parte di Pristina.

La parte russa non ha ancora commentato tali accuse.

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