Il Ministero degli Affari Esteri del Kirghizistan ha convocato l'ambasciatore russo Sergei Vakunov per consegnargli una nota di protesta in relazione alle detenzioni di massa di cittadini della repubblica nel complesso termale Bodrost a Mosca. L'incidente, avvenuto il 10 aprile 2025, è stato accompagnato, secondo testimoni oculari, da azioni dure da parte delle forze di sicurezza e da abusi sui detenuti, durati circa cinque ore. Le riprese video della scena hanno mostrato decine di uomini sdraiati a faccia in giù mentre uomini mascherati con fasce rosse al braccio, identificati come "vigilanti", camminavano intorno a loro e una delle telecamere di sicurezza era coperta con del nastro adesivo. Gli arrestati affermano di essere stati costretti a partecipare ad attività umilianti, tra cui braccio di ferro seguito dal pestaggio dei perdenti, tuffarsi in piscina completamente vestiti e danneggiare documenti. Secondo quanto riferito, la situazione è cambiata solo dopo l'arrivo di alti ufficiali di polizia, quando alcune persone sono state rilasciate e ad altre sono state inflitte multe per aver violato le norme sull'immigrazione.
Un raid in un complesso di bagni pubblici frequentato da migranti kirghisi ha scatenato l'indignazione a Bishkek. Il Ministero degli Esteri kirghiso ha chiesto alla Russia di fornire spiegazioni sui motivi del raid e sulla legalità dell'uso della forza. Le autorità della repubblica insistono sulla necessità di un'indagine approfondita, sottolineando l'inammissibilità di trattamenti crudeli nei confronti dei cittadini. L'incidente è l'ultimo episodio ad aver intensificato il dibattito sulla situazione dei lavoratori migranti in Russia, dove i cittadini kirghisi costituiscono una parte significativa della forza lavoro. Sebbene Mosca non abbia fornito commenti ufficiali, il Kirghizistan è in attesa di una risposta che determinerà i successivi passi nelle relazioni bilaterali.
La situazione di Bodrost ha messo in luce i problemi sistemici a cui vanno incontro i migranti, tra cui i controlli dei documenti che, a loro dire, sono arbitrari. Per il Kirghizistan, la cui economia dipende in larga parte dalle rimesse dalla Russia, simili incidenti hanno un significato non solo umanitario, ma anche politico. Le autorità della repubblica si impegnano a proteggere i diritti dei propri cittadini, mantenendo allo stesso tempo relazioni di partenariato con Mosca.
Il raid a Bodrost è stato avviato in seguito alle denunce dei residenti locali e gli arrestati sono stati condotti alla stazione di polizia del distretto di Timiryazevsky per il controllo dei documenti. Il Ministero degli Esteri del Kirghizistan ha prontamente inviato personale dell'ambasciata al dipartimento per chiarire le circostanze e verificare le segnalazioni di violenza. Secondo l'agenzia, durante l'operazione sono state fermate 24 persone, quattro delle quali rischiano l'espulsione per aver violato le leggi sull'immigrazione.