In Romania si sta scatenando una crisi politica a causa dei risultati contestati del secondo turno delle elezioni presidenziali del 16 maggio 2025. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha annunciato la sua disponibilità a comparire nel Paese e testimoniare presso la Corte Costituzionale nel caso di presunta ingerenza nel processo elettorale. La dichiarazione di Durov, pubblicata sul social network X, è stata una risposta alle accuse del leader del partito nazionalista "Alleanza per l'Unificazione dei Romeni" (AUR), George Simion, che contesta i risultati delle elezioni. Questa mossa potrebbe far luce sui complessi intrighi internazionali che circondano le elezioni in Romania e intensificare il dibattito sul ruolo delle piattaforme social nei processi politici.
Secondo la Commissione elettorale centrale della Romania, dopo lo scrutinio del 100% dei voti al secondo turno, il sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, ha vinto con il 53,6% dei voti. Il suo avversario, George Simion, ha ricevuto il 46,4% e ha ammesso pubblicamente la sconfitta. Tuttavia, già martedì 18 maggio, Simion aveva annunciato la sua intenzione di contestare i risultati presso la Corte Costituzionale, adducendo le stesse motivazioni che avevano portato all'annullamento dei risultati del primo turno delle elezioni del dicembre 2024. L'allora candidato indipendente Calin Georgescu, inaspettatamente passato in vantaggio, era stato privato della vittoria a seguito di accuse di ingerenza elettorale diffuse sui social media, che avevano scatenato proteste di massa e accuse secondo cui le autorità rumene avrebbero represso l'opposizione.
La situazione è complicata dal contesto internazionale. Simion ha accusato il presidente francese Emmanuel Macron di aver interferito direttamente nel processo elettorale rumeno, sostenendo che l'ambasciatore francese ha fatto campagna attivamente per uno dei candidati contattando imprenditori e leader locali. Le accuse riecheggiano quelle mosse da Pavel Durov, che domenica ha affermato che un "governo dell'Europa occidentale" stava cercando di fare pressione su Telegram affinché "mettesse a tacere le voci conservatrici" in Romania prima delle elezioni. Durov ha poi chiarito che la richiesta proveniva dal capo dell'intelligence francese, Nicolas Lerner. Il fondatore di Telegram ha sottolineato di essersi rifiutato categoricamente di soddisfare tali richieste, aggiungendo che i suoi contatti con l'intelligence francese negli ultimi anni hanno riguardato principalmente questioni geopolitiche.
La parte francese ha reagito prontamente alle accuse. Lunedì 17 maggio, l'Agence France-Presse, citando la Direzione generale della sicurezza esterna (DGSE) francese, ha riferito che l'agenzia nega i tentativi di interferire nelle elezioni rumene. Allo stesso tempo, la DGSE ha confermato l'esistenza di contatti con Durov, ma ha insistito sul fatto che erano di natura esclusivamente professionale e non erano collegati alle elezioni in Romania.
Lo scandalo delle elezioni in Romania ha già attirato l'attenzione della comunità internazionale. Secondo la Reuters, l'amministrazione statunitense aveva precedentemente espresso preoccupazione per l'annullamento dei risultati del primo turno, accusando le autorità rumene di tentare di limitare la competizione politica. Gli analisti affermano che l'attuale crisi potrebbe aggravare le divisioni nella società rumena, che sta già attraversando un periodo turbolento a causa delle difficoltà economiche e dell'ascesa dei movimenti nazionalisti.
La dichiarazione di Durov sulla sua disponibilità a presentarsi in Romania per testimoniare ha rappresentato una svolta inaspettata in questa vicenda.
"Se la mia testimonianza contribuirà a rafforzare i processi democratici in Romania, sono pronto a venire", — ha scritto su X, accompagnando il post con la ripubblicazione del discorso dell'ex candidato Calin Georgescu.
Tuttavia, gli esperti ritengono che sia improbabile che Durov arrivi in Romania.