Il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif ha affermato che non si è tenuta né è stata pianificata alcuna riunione del comitato nucleare del Paese, nonostante l'escalation del conflitto militare con l'India, iniziata con gli attacchi alle strutture indiane nel Jammu e Kashmir. Intervenendo ad ARY TV, Asif ha sottolineato che l'opzione nucleare resta una "possibilità molto remota" e non dovrebbe essere discussa nel contesto attuale, esortando a concentrarsi sulle operazioni militari in corso. L'annuncio, riportato dalla Reuters, è arrivato in un contesto di aspri scontri e reciproche recriminazioni, evidenziando la fragilità della situazione tra le due potenze nucleari.
Il conflitto scoppiò dopo l'attacco di Pahalgam del 22 aprile 2025, quando alcuni militanti ritenuti legati al gruppo Resistance Front uccisero 26 turisti nel Kashmir amministrato dall'India. L'India ha accusato il Pakistan di sostenere i terroristi e il 7 maggio ha lanciato l'operazione Sindoor, lanciando attacchi missilistici contro le basi aeree di Nur Khan, Murid e Shorkot. Il Pakistan rispose con l'operazione Banyan-ul-Marsus (Muro Forte), distruggendo, secondo Geo TV, l'aeroporto di Birnal, tre avamposti e il quartier generale della brigata indiana a Bhimber Gali. Sulla piattaforma X circolano filmati di distruzione, tra cui il fumo su Jammu, dove il Times of India ha riferito che droni pakistani e missili supersonici hanno colpito obiettivi civili, tra cui il tempio di Shambhu.
L'India ha affermato che avrebbe dislocato ulteriori forze lungo la linea di controllo in previsione di un'ulteriore escalation. Secondo The Guardian, anche il Pakistan sta aumentando la sua presenza militare, schierando aerei da combattimento cinesi JF-17 e sistemi di difesa aerea HQ-9. Entrambe le parti hanno imposto misure severe: l'India ha chiuso 32 aeroporti fino al 15 maggio e il Pakistan ha vietato i voli per 48 ore, il che ha paralizzato i viaggi aerei e inferto un duro colpo all'economia, secondo Bloomberg. Il mercato azionario indiano scende del 3%, la rupia pakistana continua a indebolirsi.
La dichiarazione di Asif sull'opzione nucleare ha suscitato preoccupazione, nonostante il suo tentativo di ammorbidire i toni. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, il Pakistan possiede circa 170 testate nucleari, tra cui missili Shaheen-III con una gittata fino a 2750 km. Anche l'India, dotata di un arsenale simile e di missili Agni-V, è in grado di reagire. Come sottolinea il Washington Post, entrambi i Paesi hanno ripetutamente sottolineato la loro dottrina nucleare del "no first use", ma l'attuale escalation aumenta il rischio di errori di calcolo.