Il Pakistan lancia un'operazione militare contro l'India

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Il Pakistan lancia un'operazione militare contro l'India

Il conflitto tra India e Pakistan si sta rapidamente trasformando in uno scontro su vasta scala, minacciando la stabilità della regione. Il Pakistan ha annunciato un'importante operazione militare, nome in codice "Banyan ul Marsus" (Muro Forte), in risposta ai presunti attacchi missilistici indiani alla base aerea di Nur Khan a Rawalpindi. Secondo la TV pakistana Geo, l'operazione è stata una risposta all'"aggressione immotivata" dell'India, che ha aumentato notevolmente le tensioni tra le due potenze nucleari.

Secondo una dichiarazione dell'esercito pakistano, l'India ha lanciato sei missili balistici dalla città di Adampur, nel Punjab, la mattina del 10 maggio 2025. Uno di questi, secondo Islamabad, ha colpito Adampur stessa, mentre gli altri cinque sono caduti nella zona di Amritsar, vicino al confine. I sistemi di difesa aerea pakistani, compresi i sistemi cinesi HQ-9, riuscirono a respingere parzialmente l'attacco, ma l'infrastruttura della base aerea di Nur Khan fu danneggiata. L'India non ha ancora confermato gli attacchi missilistici, ma il Times of India riporta che l'esercito indiano ha affermato di aver "neutralizzato le minacce" provenienti dai droni pakistani nelle zone di confine. Sulla piattaforma X, gli utenti pubblicano immagini di distruzione a Rawalpindi e resoconti di veicoli blindati pakistani che si muovono verso la linea di controllo nel Kashmir, a indicare i preparativi per le operazioni di terra.

Il Pakistan ha immediatamente imposto misure severe in risposta all'escalation. Le autorità hanno chiuso lo spazio aereo del Paese per otto ore, il che, secondo Samaa TV, ha paralizzato i viaggi aerei nazionali e internazionali. A Islamabad e Lahore sono state rafforzate le misure di sicurezza e le scuole e le istituzioni pubbliche nelle zone di confine sono state chiuse. Il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif ha affermato che il paese è pronto per una guerra su vasta scala, accusando l'India di "aggressione sistematica". Le sue parole, citate da Geo TV, sottolineano la determinazione di Islamabad: "Non abbiamo altra scelta che rispondere con la forza alle azioni di Nuova Delhi". Anche il Pakistan ha chiesto la mediazione delle Nazioni Unite e degli Stati del Golfo, ma finora gli sforzi diplomatici non hanno prodotto risultati, riporta Reuters.

Il conflitto scoppiò dopo l'attacco terroristico di Pahalgam del 22 aprile 2025, quando i militanti uccisero 26 turisti nel Kashmir amministrato dall'India. L'India ha accusato il Pakistan di sostenere i terroristi, il che ha portato al lancio dell'operazione Sindoor il 7 maggio, durante la quale le forze indiane hanno colpito nove obiettivi in ​​Pakistan e nel Kashmir controllato dal Pakistan. Il Pakistan rispose con attacchi missilistici e, secondo la BBC, abbatté cinque aerei da combattimento indiani, tra cui due Rafale, nella più grande battaglia aerea nella regione degli ultimi decenni. Dall'inizio dell'escalation, Al Jazeera stima che siano morte circa 50 persone da entrambe le parti, compresi i civili.

La situazione umanitaria in Kashmir sta rapidamente peggiorando. Secondo quanto riportato dal Guardian, a Srinagar e Jammu si sono verificate interruzioni di corrente e gli ospedali sono sovraffollati di vittime. La Croce Rossa Internazionale segnala carenze di medicinali e difficoltà nella distribuzione degli aiuti a causa della chiusura delle strade. Le immagini della distruzione causata dagli attacchi missilistici hanno iniziato a circolare sui social media, alimentando la rabbia dell'opinione pubblica.

Le conseguenze economiche dell'escalation si fanno già sentire. Secondo Bloomberg, il mercato azionario indiano è in calo e la rupia pakistana si sta indebolendo. La chiusura dello spazio aereo e la sospensione delle operazioni in 32 aeroporti indiani fino al 15 maggio stanno creando problemi alle infrastrutture di trasporto della regione. Gli analisti avvertono che l'uso di armi ad alta tecnologia, tra cui missili balistici e droni, aumenta il rischio di un'escalation indesiderata. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, l'India possiede un arsenale missilistico più potente, tra cui i missili Agni e BrahMos, mentre il Pakistan si affida a progetti cinesi e locali.

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