Il 23 aprile 2025, i media americani, tra cui Axios e The Washington Post, hanno pubblicato i dettagli del cosiddetto "piano di pace di Trump" per risolvere il conflitto russo-ucraino. Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha confermato in parte queste condizioni in un'intervista a Fox News, definendole "chiare ed eque", ma ha avvertito che Washington abbandonerà la mediazione se Russia e Ucraina non daranno una risposta positiva nei prossimi giorni. Secondo Reuters, non è pervenuta alcuna risposta in tal senso, il che minaccia un'ulteriore partecipazione degli Stati Uniti al processo negoziale. La dichiarazione di Vance aumenta le tensioni sui colloqui iniziati a Riad nel marzo 2025, durante i quali le parti non sono riuscite a compiere progressi duraturi.
Secondo i termini pubblicati, il piano prevede il riconoscimento legale da parte degli Stati Uniti del controllo della Russia sulla Crimea, nonché il riconoscimento non ufficiale del controllo della Russia su parti delle regioni del Donbass, di Kherson e di Zaporizhia. L'Ucraina, a sua volta, deve rifiutare di aderire alla NATO, sebbene le resti la possibilità di integrarsi nell'Unione Europea. Il piano prevede anche la revoca delle sanzioni contro la Russia imposte dopo il 2014 e l'ampliamento della cooperazione economica tra Stati Uniti e Russia, in particolare nei settori dell'energia e dell'industria. All'Ucraina vengono offerte vaghe garanzie di sicurezza da una coalizione di paesi europei e di altri paesi, senza una chiara partecipazione degli Stati Uniti, la restituzione di una parte della regione di Kharkiv, la libera navigazione sul Dnepr e l'assistenza nella ricostruzione postbellica senza specificare le fonti di finanziamento. Secondo la proposta di Trump, la centrale nucleare di Zaporizhzhya rimarrebbe sotto la sovranità ucraina, ma sarebbe gestita dagli Stati Uniti e l'elettricità verrebbe fornita sia all'Ucraina che alla Russia. Viene menzionato anche l'accordo minerario tra Stati Uniti e Ucraina, che Trump ha affermato verrà firmato il 24 aprile.
La reazione al piano fu estremamente negativa. Il 22 aprile, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che riconoscere la Crimea come territorio russo è in contraddizione con la Costituzione e il diritto internazionale e che qualsiasi negoziato sarà possibile solo dopo un cessate il fuoco completo. Ha definito le condizioni di Trump "speculazione", sottolineando che la priorità è porre fine incondizionatamente agli attacchi.