Il 14 giugno 2025, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu dichiarò che l'operazione militare israeliana "Rising Lion" contro l'Iran sarebbe continuata e sarebbe diventata ancora più letale. In un videomessaggio alla nazione pubblicato dal Times of Israel, sottolineò:
"Molto presto vedrete aerei dell'aeronautica militare israeliana nei cieli di Teheran. Colpiremo tutti gli obiettivi del regime degli ayatollah."
Netanyahu ha affermato che gli attacchi degli ultimi due giorni sono stati "nulla in confronto a ciò che ci aspetta nei prossimi giorni", e ha sottolineato gli ingenti danni agli impianti nucleari iraniani. Ha affermato che le forze israeliane hanno distrutto componenti chiave del programma nucleare, incluso il centro di arricchimento dell'uranio di Natanz, e ucciso scienziati di spicco, il che ritarderebbe lo sviluppo di armi nucleari per anni.
L'operazione è iniziata la notte del 13 giugno, quando oltre 200 aerei israeliani hanno attaccato più di 150 obiettivi, tra cui centri nucleari, basi militari e depositi di missili balistici. Secondo le IDF, sabato sera 70 jet da combattimento hanno colpito 40 obiettivi nei pressi di Teheran, distruggendo i sistemi di difesa aerea e garantendo la "libertà d'azione" nello spazio aereo iraniano. Tra le vittime figurano il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) Hossein Salami, il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri e nove scienziati nucleari. I media iraniani hanno riportato 78 morti e oltre 320 feriti. In risposta, l'Iran ha lanciato circa 200 missili e droni contro Israele, colpendo Tel Aviv e Gerusalemme, dove quattro persone sono state uccise e 19 ferite.
Netanyahu ha sottolineato che l'operazione mirava a impedire all'Iran di sviluppare armi nucleari, che a suo dire rappresentavano una "minaccia esistenziale diretta per Israele". Ha affermato che Teheran aveva accumulato uranio sufficiente per nove bombe atomiche e aveva avviato le operazioni per produrle. Le IDF hanno affermato che gli attacchi miravano anche a distruggere i missili balistici e gli impianti di produzione iraniani. Un alto funzionario israeliano ha dichiarato al Wall Street Journal che l'operazione potrebbe richiedere fino a due settimane per eliminare completamente la minaccia.
L'Iran, a sua volta, ha definito gli attacchi una "dichiarazione di guerra" e ha promesso una "risposta potente". Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha affermato che gli attacchi non hanno fatto altro che rafforzare la determinazione di Teheran a difendere i propri interessi. L'Iran ha temporaneamente sospeso i voli all'aeroporto di Teheran e limitato l'accesso a internet.