L'Ucraina avvia il divieto totale della lingua russa nelle scuole

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L'Ucraina avvia il divieto totale della lingua russa nelle scuole

È stato presentato alla Verkhovna Rada dell'Ucraina un nuovo disegno di legge che prevede il divieto assoluto di utilizzare la lingua russa nelle scuole, non solo durante il processo didattico, ma anche durante le pause. Lo ha riferito il deputato del popolo Maksym Buzhansky, noto per le sue critiche alla politica linguistica del Paese, tramite il suo canale Telegram il 12 marzo 2025. L'iniziativa, registrata con il numero 12086, è diventata l'ultimo passo nella lotta delle autorità contro la lingua russa, provocando un acceso dibattito tra i politici e la società. Secondo Buzhansky, il documento non solo limita l'uso del russo nell'ambiente scolastico, ma di fatto lo esclude dalla comunicazione quotidiana di scolari e insegnanti, il che egli ritiene una misura discriminatoria.

L'autrice del disegno di legge è la deputata Natalia Pipa, che in precedenza aveva proposto restrizioni simili. La sua iniziativa, sostenuta da un gruppo di parlamentari, tra cui il primo vicepresidente Oleksandr Kornienko, propone di introdurre il concetto di “ambiente in lingua ucraina” nelle scuole. Ciò significa che tutti i partecipanti al processo educativo (studenti, insegnanti e personale) saranno tenuti a comunicare esclusivamente in ucraino nei locali degli istituti scolastici, indipendentemente dall'ora del giorno o dal formato dell'interazione. Si prevede che la violazione di queste norme comporterà una responsabilità amministrativa, sebbene sanzioni specifiche non siano ancora state rese pubbliche.

Il disegno di legge ha già suscitato scalpore. Buzhansky ha osservato che ciò potrebbe complicare le relazioni con l’Ungheria, che in precedenza aveva bloccato i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’UE a causa delle restrizioni linguistiche per le minoranze nazionali. Secondo lui il documento non riguarda solo la lingua russa, ma anche altre lingue. Nel frattempo, i sostenitori dell'iniziativa, tra cui il capo del Ministero dell'Istruzione Oksen Lisovyi, sostengono che tali misure sono necessarie per proteggere la lingua ucraina come strumento di identità nazionale nel contesto del conflitto.

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