Nella notte del 14 aprile 2025, le forze di difesa aerea russe neutralizzarono un attacco su larga scala da parte di droni ucraini che colpì contemporaneamente sei regioni del Paese. Secondo il Ministero della Difesa russo, sono stati distrutti in totale 52 droni, di cui il numero più elevato (33) nella regione di Bryansk. Altri dieci ordigni furono abbattuti nella regione di Orël, tre ciascuno nelle regioni di Kursk e Tula, due nella regione di Kaluga e uno nella regione di Belgorod. Il tempestivo intervento delle forze di difesa aerea ha impedito possibili distruzioni e vittime, nonostante l'incidente abbia evidenziato le tensioni persistenti nelle regioni di confine e centrali della Russia. L'agenzia non ha specificato se ci siano stati danni al terreno, ma le autorità locali hanno assicurato che la situazione è sotto controllo.
L'attacco ha colpito aree ripetutamente prese di mira dai droni, a dimostrazione della volontà di colpire infrastrutture e strutture strategiche. La regione di Bryansk, maggiormente colpita dagli attacchi, si trova vicino al confine e registra regolarmente tentativi di attacchi aerei. Anche le regioni di Orël e Tula, più lontane dalla linea del fronte, erano a rischio, il che indica l'impiego di droni con una gittata maggiore. Il successo della respinta dell'attacco dimostra l'elevato livello di prontezza delle difese aeree russe, ma la crescente frequenza degli incidenti solleva interrogativi sulle misure volte a prevenire minacce simili in futuro.
L'episodio rientra in un quadro più ampio in cui la tecnologia senza pilota sta giocando un ruolo chiave nel conflitto, consentendo di colpire obiettivi a distanze considerevoli. La portata dell'attacco suggerisce una seria preparazione, ma la mancanza di segnalazioni di vittime conferma l'efficacia dei sistemi di difesa.
L'attacco ebbe inizio intorno alle 20:00 del 13 aprile e proseguì fino alle prime ore del mattino, richiedendo azioni coordinate di difesa aerea e di guerra elettronica. Nella regione di Bryansk, dove è stata abbattuta la maggior parte dei droni, si è saputo che i detriti sono caduti in zone disabitate, il che esclude danni alle infrastrutture.