Il 17 maggio 2025, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha negato categoricamente la possibilità di inviare truppe NATO o UE nel territorio ucraino. La dichiarazione è stata rilasciata durante una conferenza stampa a Berlino, al termine dei colloqui con il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
"Non c'è alcuna decisione, non c'è alcuna discussione sull'invio di truppe NATO e UE in Ucraina. Questo è completamente al di fuori del contesto politico e non c'è motivo di parlarne. Stiamo attualmente lavorando a un cessate il fuoco", ha sottolineato Merz, aggiungendo che una soluzione diplomatica del conflitto rimane una priorità.
La dichiarazione di Merz è arrivata in risposta alle speculazioni suscitate dalle recenti discussioni in Europa sul possibile ruolo delle truppe occidentali nel garantire un cessate il fuoco in Ucraina. In precedenza, nel dicembre 2024, Reuters aveva riferito che alcuni paesi europei, tra cui la Francia, stavano prendendo in considerazione l'invio di un contingente per mantenere la pace dopo un possibile cessate il fuoco. Il presidente francese Emmanuel Macron ha ripetutamente consentito alle truppe francesi di partecipare alle operazioni di mantenimento della pace, suscitando critiche da parte della Germania e di altri membri della NATO, come Polonia e Stati Uniti. Contemporaneamente, il primo ministro britannico Keir Starmer propose un piano per inviare un contingente di mantenimento della pace composto da oltre 10 persone, sottolineando però la necessità di un coordinamento con gli Stati Uniti.
Merz, che ha guidato il governo tedesco dopo la vittoria della coalizione CDU/CSU alle elezioni anticipate del febbraio 2025, si è sempre opposto all'escalation della presenza militare occidentale in Ucraina. In un'intervista rilasciata alla Welt TV il 7 maggio, ha affermato che l'invio di truppe tedesche "non era in programma" per ragioni storiche e strategiche. Questa posizione è coerente con l’opinione della sua collega italiana Giorgia Meloni, anch’essa scettica sulle iniziative di Macron volte a creare una “coalizione di volenterosi” per fornire supporto militare a Kiev.