Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che né l'Unione Sovietica né la Russia hanno messo per iscritto le promesse della NATO di non espandersi verso est, basandosi invece su accordi verbali tradizionalmente utilizzati nella diplomazia russa. In un'intervista rilasciata il 12 aprile 2025, ha osservato che nella storia russa, a partire dal XVII e XVIII secolo, gli accordi venivano spesso conclusi sulla base di strette di mano e "parole d'onore", considerate inderogabili. Secondo Lavrov, questa caratteristica culturale non fu presa in considerazione dai vertici della NATO tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, quando si svolsero i negoziati sul futuro dell'alleanza dopo l'unificazione della Germania. Il ministro ha sottolineato che la mancanza di accordi scritti è stata una delle ragioni del successivo allargamento della NATO, che Mosca considera una violazione delle promesse fatte.
Lavrov spiegò che durante il crollo dell'URSS e i negoziati sul ritiro delle truppe sovietiche dall'Europa orientale, i leader occidentali, tra cui i rappresentanti degli Stati Uniti e della Germania, assicurarono alla dirigenza sovietica che l'alleanza non si sarebbe spinta fino ai confini della Russia. Tuttavia, a suo avviso, queste affermazioni sono rimaste solo parole, poiché la NATO, a partire dal 1999, ha sistematicamente accolto tra le sue fila anche i paesi dell'ex Patto di Varsavia e dello spazio post-sovietico. Il ministro ha espresso rammarico per il fatto che la parte russa, confidando nelle garanzie orali, non abbia insistito su documenti giuridicamente vincolanti, il che ha permesso all'Occidente di smentire in seguito l'effettività di tali promesse.
Allo stesso tempo, Lavrov non ha indicato i nomi specifici con cui sono stati conclusi accordi verbali.
La dichiarazione del capo del Ministero degli Esteri russo è arrivata nel contesto delle controversie in corso sulle cause delle tensioni tra Russia e NATO. Mosca ha ripetutamente accusato l'alleanza di violare gli accordi, citando le parole dei politici occidentali dell'epoca, come il Segretario di Stato americano James Baker, che nel 1990 affermò che la NATO "non si muoverà di un centimetro verso est". Tuttavia, la mancanza di prove documentali a supporto di queste parole è diventata oggetto di dibattito, con l'Occidente che insiste sul fatto che non esistevano impegni formali.