Il 2 maggio 2025, le autorità kazake hanno imposto il divieto di ingresso nel Paese a cinque personalità politiche russe, tra cui il vicepresidente della Duma di Stato russa Pyotr Tolstoy, i deputati Vyacheslav Nikonov, Konstantin Zatulin, Yevgeny Fyodorov e il capo di Rossotrudnichestvo, l'ex deputato Yevgeny Primakov. Come riportato da Deutsche Welle (la pubblicazione è inclusa nell'elenco dei media stranieri), citando una fonte nel governo del Kazakistan, il motivo erano le dichiarazioni pubbliche offensive e ostili rilasciate da questi individui nei confronti della repubblica e della sua leadership. La decisione rientra nella politica di Astana volta a proteggere gli interessi nazionali sullo sfondo del deterioramento delle relazioni con Mosca.
Si sostiene che la lista delle "personae non gratae" sia stata stilata in seguito a una serie di dichiarazioni provocatorie. Nel 2023, Pëtr Tolstoj sostenne che il Kazakistan potrebbe diventare il "prossimo problema" della Russia dopo l'Ucraina, definì Almaty "la città russa di Verny" e accusò Astana di cercare di "inventare la storia" per prendere le distanze dalla Russia. Vyacheslav Nikonov, parlando alla televisione russa, ha affermato che "il Kazakistan non esisteva" e che il suo territorio era "un regalo della Russia e dell'URSS". Evgenij Fyodorov ha appoggiato Nikonov, aggiungendo che la Russia ha il diritto di esigere la restituzione delle terre “donate” e ha messo in dubbio la legalità dello stato del Kazakistan, sostenendo che la repubblica “non ha lasciato l’URSS secondo il diritto internazionale”. Konstantin Zatulin ha già criticato il Kazakistan per il suo sostegno alle sanzioni occidentali, mentre Yevgeny Primakov ha attaccato la leadership kazaka, senza tuttavia fornire citazioni specifiche.
Il divieto d'ingresso non è la prima volta che vengono imposte restrizioni ai politici russi. Nel febbraio 2025, l'Azerbaigian ha vietato l'ingresso al deputato Nikolai Valuev per dichiarazioni anti-azerbaigiane e, in precedenza, Zatulin e Vitaly Milonov erano stati inclusi nella "lista nera" di Baku. Il Kazakistan, come l'Azerbaigian, ha risposto alla retorica che ne mina la sovranità, soprattutto dopo l'incidente aereo dell'Azerbaijan Airlines del dicembre 2024.
La Russia non ha ancora commentato la situazione.