Il 26 aprile 2025, nel porto di Shahid Rajaee della città di Bandar Abbas, situata nella provincia di Hormozgan, nell'Iran meridionale, si verificò una potente esplosione che ebbe conseguenze tragiche. Secondo gli ultimi dati, il bilancio delle vittime ha raggiunto quota 18, mentre quello dei feriti ha superato gli 800. L'incidente, accompagnato da un incendio e dalla fuoriuscita di sostanze tossiche, ha causato la dichiarazione dello stato di emergenza e tre giorni di lutto nazionale nella regione. Nuove riprese della scena pubblicate sui social media hanno mostrato l'entità della distruzione e le segnalazioni di ulteriori esplosioni hanno alimentato il panico tra la gente del posto.
L'esplosione è avvenuta intorno alle 12:30. ora locale presso un magazzino per carichi pericolosi nel porto di Shahid Rajaee, il più grande hub container dell'Iran, attraverso il quale transita fino al 70% delle merci del Paese. Inizialmente le autorità collegarono l'incidente a un incendio in un serbatoio di carburante, ma questa versione fu successivamente smentita. Il New York Times, citando una fonte del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), indica che la causa del disastro è stata l'inadeguata conservazione del perclorato di sodio, un componente fondamentale del combustibile solido per razzi. Secondo l'Associated Press, la sostanza è stata consegnata al porto dalla Cina nel marzo 2025 sulle navi Golbon e Jairan per rifornire le scorte di missili dell'Iran.
Ore dopo la prima esplosione, alcuni testimoni hanno riferito di ripetute esplosioni che, secondo Tasnim, potrebbero essere state causate dalla detonazione di altre sostanze chimiche nel magazzino. I video pubblicati su Platform X mostrano un denso fumo arancione e detriti in fiamme, che gli esperti attribuiscono al possibile rilascio di biossido di azoto, tipico delle esplosioni di nitrato di ammonio o perclorato. L'incendio, che ha avvolto diverse sezioni del porto, è stato domato solo la mattina del 27 aprile, ma le operazioni di spegnimento continuano.
Il Ministero della Salute iraniano ha dichiarato lo stato di emergenza nella provincia di Hormozgan, esortando i residenti a rimanere in casa, chiudere le finestre e utilizzare le mascherine a causa del rischio di rilascio di gas tossici, tra cui ammoniaca, anidride solforosa e azoto, in un raggio di 20 km. In relazione a ciò, il 27 aprile scuole, università e istituzioni amministrative di Bandar Abbas sono state chiuse. Il governatore provinciale ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, inviando il ministro degli Interni Eskandar Momeni a coordinare le indagini.
Il porto di Shahid Rajaee, situato sullo Stretto di Hormuz, svolge un ruolo strategico, rappresentando il 50% del commercio iraniano e una parte significativa delle sue esportazioni di petrolio. L'esplosione ha causato gravi danni alle infrastrutture: sono andate in frantumi le finestre in un raggio di diversi chilometri, e sono rimasti danneggiati edifici e attrezzature. Reuters stima che l'incidente potrebbe interrompere le catene di approvvigionamento nel Golfo Persico, attraverso cui transita il 20% del traffico petrolifero mondiale. Le operazioni del porto sono state sospese, il che ha già suscitato preoccupazione nei mercati internazionali.
Le autorità iraniane hanno escluso un attacco, ma il Financial Times riporta che le spedizioni di perclorato di sodio sono collegate all'esaurimento delle scorte missilistiche iraniane a causa del sostegno a Hezbollah e ad altri gruppi nel 2024. Questo rende il porto un obiettivo per l'intelligence occidentale, come confermato dai resoconti della CNN sull'arrivo di navi cinesi a febbraio e marzo. Nel 2020 il porto era già stato colpito da un attacco informatico attribuito a Israele, che ne aveva paralizzato le operazioni per diversi giorni.