Le autorità israeliane stanno compiendo sforzi per aumentare il numero di ostaggi rilasciati nell'ambito dell'attuale accordo di cessate il fuoco con Hamas nella Striscia di Gaza. Inizialmente l'accordo prevedeva il rilascio di tre ostaggi, ma Israele insiste per la restituzione di sei. Contemporaneamente, giovedì prossimo è previsto il trasferimento dei corpi dei quattro israeliani morti in prigionia.
Secondo le informazioni fornite dalle autorità israeliane, il 20 febbraio Hamas ha accettato di consegnare i corpi di quattro ostaggi. I nomi delle vittime saranno annunciati la mattina dello stesso giorno, dopodiché i resti saranno trasportati in Israele per l'identificazione presso l'Istituto di medicina legale Abu Kabir di Tel Aviv. Solo dopo la conferma dell'identità le informazioni verranno trasmesse alle famiglie del defunto.
Il trasferimento delle salme avviene nell'ambito di un accordo raggiunto tra Israele e Hamas con la mediazione del Qatar e dell'Egitto. L'accordo, entrato in vigore il 19 gennaio, prevede il rilascio graduale di 33 ostaggi israeliani in cambio del rilascio di circa 1900 prigionieri palestinesi e del graduale ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. Finora Hamas ha rilasciato 19 cittadini israeliani e cinque cittadini thailandesi. Si prevede che altri sei ostaggi israeliani saranno rilasciati sabato 22 febbraio.
Tuttavia, il processo di scambio degli ostaggi è irto di difficoltà. Hamas accusa Israele di bloccare la consegna dei materiali edili necessari alla ricostruzione delle infrastrutture distrutte di Gaza, il che, secondo lui, costituisce una violazione del cessate il fuoco. Israele, da parte sua, nega le accuse, sostenendo che numerose case mobili si trovano già al confine e sono pronte per essere trasferite.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso l'intenzione di estendere la prima fase del cessate il fuoco, che scade il 1° marzo, per garantire il rilascio di altri ostaggi. Tuttavia, si rifiuta di discutere della seconda fase, che comporterebbe la fine completa delle ostilità. Se le parti non riescono a raggiungere un accordo entro la data specificata, sussiste il rischio di nuove ostilità.
La comunità internazionale segue attentamente l'evolversi della situazione. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato in Israele per discutere lo stato attuale dell'accordo e le possibili misure per attuarlo. Gli Stati Uniti continuano a esplorare l'idea di un reinsediamento forzato della Striscia di Gaza, che sta suscitando ulteriore dibattito sulla scena internazionale.
Nel complesso, il processo di scambio degli ostaggi e di attuazione dei termini del cessate il fuoco resta complesso e richiede ulteriori negoziati e compromessi tra le parti in conflitto.