Israele annuncia la fine imminente della campagna militare in Iran

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Israele annuncia la fine imminente della campagna militare in Iran

Il 24 giugno 2025, Israele ha notificato agli Stati Uniti la sua intenzione di porre fine all'operazione militare contro l'Iran, iniziata il 13 giugno, nel prossimo futuro, ma la scadenza definitiva dipenderà dalle ulteriori azioni di Teheran, ha riportato Reuters, citando funzionari israeliani. Secondo l'agenzia, Tel Aviv sta cercando di sviluppare una strategia di uscita che ponga fine all'attuale campagna, fermi gli attacchi missilistici e con droni dell'Iran ed eviti un'ulteriore escalation. "Non abbiamo ancora raggiunto l'obiettivo finale, ma è probabile che sia questione di giorni, non di settimane. Dal punto di vista israeliano, la fine dell'operazione è vicina", ha dichiarato a Reuters Eran Lerman, ex vice consigliere per la sicurezza nazionale di Israele. Le sue parole sono state confermate da tre funzionari israeliani.

L'operazione israeliana Am Kelavi è iniziata con attacchi a sorpresa contro i siti nucleari iraniani, tra cui Fordow, Natanz e Isfahan, nonché contro i centri di comando militare e i depositi missilistici. Secondo il New York Times, Israele ha distrutto gran parte delle difese aeree iraniane, ucciso comandanti militari chiave, tra cui il Capo di Stato Maggiore Mohammad Hossein Baqeri, e paralizzato il programma nucleare danneggiando migliaia di centrifughe a Natanz. L'obiettivo della campagna, secondo la portavoce militare israeliana Effie Defrin, era "eliminare la minaccia nucleare e missilistica dell'Iran", sebbene il Primo Ministro Benjamin Netanyahu abbia accennato a un cambio di regime a Teheran come obiettivo a lungo termine.

L'Iran ha risposto con un massiccio attacco missilistico, lanciando circa 400 missili balistici e centinaia di droni contro Israele, uccidendo 24 civili e danneggiando infrastrutture tra cui l'ospedale Soroka a Beersheba. Teheran ha anche attaccato la base statunitense di Al Udeid in Qatar, lanciando 14 missili, 13 dei quali sono stati intercettati. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito la risposta iraniana "debole" e ha ringraziato Teheran per aver avvertito che non c'erano state vittime. Il 21 giugno, gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari iraniani, tra cui Fordow, usando bombe GBU-57, che Trump ha definito la "distruzione totale" del programma nucleare iraniano.

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