L'Iran ha completato i preparativi per lanciare migliaia di missili contro i centri militari ed economici di Israele. Lo ha affermato il vice comandante del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, sottolineando che nel prossimo futuro potrebbero essere effettuati attacchi su larga scala. Secondo lui, la recente operazione dell'Iran contro Israele è stata un passo strategico che ha gettato le basi per i successivi attacchi distruttivi.

Il vice comandante ha osservato che l'Iran si è preparato con cura per questi attacchi e che l'attuale livello di prontezza delle unità missilistiche consente loro di colpire obiettivi chiave in Israele. I centri militari ed economici di Israele sono considerati obiettivi prioritari, il che potrebbe portare a gravi conseguenze sia per le capacità di difesa del paese che per le sue infrastrutture.

Nella sua dichiarazione ha inoltre sottolineato che la struttura di comando di Hezbollah, un'organizzazione sciita libanese strettamente legata all'Iran, è stata completamente ristrutturata. Ciò le ha permesso di raggiungere il massimo livello di prontezza e potenza al combattimento. In caso di conflitto, Hezbollah sarà in grado di sostenere rapidamente l’Iran, esercitando pressioni su Israele dal nord.

La dichiarazione di un alto funzionario delle Guardie rivoluzionarie iraniane arriva nel mezzo delle tensioni in corso tra Iran e Israele. I due paesi si scambiano regolarmente minacce e combattono indirettamente attraverso alleati regionali come Hezbollah e altri gruppi. Le recenti operazioni dell'Iran sono state viste come un segnale della sua disponibilità ad intraprendere azioni più incisive contro gli interessi israeliani.

Israele, da parte sua, considera da tempo il programma missilistico iraniano una delle principali minacce alla sua sicurezza. Tel Aviv ha ripetutamente dichiarato di essere pronta a lanciare attacchi preventivi contro obiettivi iraniani in caso di minaccia di attacco diretto. A questo proposito, la minaccia di lanciare migliaia di missili diventa un altro elemento di escalation nella già esplosiva situazione in Medio Oriente.