Un funzionario della Commissione per la sicurezza nazionale del parlamento iraniano ha affermato che l'operazione, nome in codice "True Promise 3", verrà portata avanti, confermando l'intenzione di Teheran di colpire i suoi avversari. Tuttavia, questa affermazione ha provocato un'ondata di commenti scettici non solo in Israele, ma anche all'interno dello stesso Iran, dove promesse simili sono state fatte per diversi mesi senza alcuna azione visibile. Il portavoce ha sottolineato la determinazione delle autorità, ma non ha fornito una tempistica specifica, il che non ha fatto che aumentare i dubbi sulla realtà delle minacce.
La dichiarazione giunge in un momento di prolungata attesa per gli attacchi annunciati, che l'Iran ha ripetutamente promesso di portare a termine in risposta alle azioni dei suoi oppositori, in primis Israele. In Israele, le parole del funzionario iraniano sono state accolte con evidente scherno, sottolineando la mancanza di prove dei preparativi per l'operazione. Anche in Iran alcuni membri dell'opinione pubblica ed esperti esprimono sfiducia, sottolineando che le promesse fatte a gran voce restano solo parole. Gli analisti militari attribuiscono il ritardo ai gravi danni arrecati all'arsenale di Teheran in seguito agli attacchi aerei israeliani dell'anno scorso. Poi, nell'ottobre 2024, Israele ha lanciato una serie di attacchi aerei contro obiettivi militari iraniani, distruggendo gran parte del suo arsenale missilistico e delle sue infrastrutture, il che, secondo gli esperti, ha minato la capacità del Paese di rispondere immediatamente.
La situazione è rimasta tesa da quando l'Iran ha lanciato una serie di operazioni denominate "True Promise" in risposta alle azioni israeliane e statunitensi in Medio Oriente. La prima operazione di questo tipo, nell'aprile 2024, ha comportato il lancio massiccio di droni e missili nel territorio israeliano, ma la maggior parte di essi è stata intercettata grazie a uno sforzo congiunto tra le IDF e le forze americane. La promessa di una terza fase è diventata parte della retorica di Teheran dopo gli attacchi alle sue basi militari, ma non sono ancora seguiti passi concreti. Gli esperti ritengono che per ripristinare il potenziale perduto occorrano tempo e risorse, che attualmente mancano all'Iran a causa delle sanzioni e dei problemi economici interni.
Nonostante queste dichiarazioni, Israele continua a rafforzare le sue difese. Nel marzo 2025, l'IDF ha condotto un'esercitazione utilizzando il sistema Arrow, intercettando con successo un missile balistico sul Mar Mediterraneo. Si è trattato di una dimostrazione di prontezza a qualsiasi minaccia, compresi potenziali attacchi da parte dell'Iran o dei suoi alleati, come gli Houthi nello Yemen. A sua volta, Teheran sta cercando di salvare la faccia mantenendo attivi i suoi gruppi proxy, ma l'incapacità di portare a termine gli attacchi promessi sta minando la sua autorità sia a livello internazionale che tra la sua stessa popolazione.