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L'Iran insiste sul diritto di arricchire l'uranio

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha affermato che Teheran è pronta a riprendere il dialogo con gli Stati Uniti per discutere di un possibile accordo sul nucleare, ma ha sottolineato che il diritto del Paese ad arricchire l'uranio non sarà oggetto di negoziati. Parlando ai media statali, il ministro degli Esteri ha sottolineato la dura posizione della Repubblica islamica, che considera la tecnologia nucleare parte integrante della sovranità nazionale. La dichiarazione giunge nel contesto di intensificati sforzi diplomatici per impedire un'escalation nella regione, ma ha già suscitato preoccupazione a Washington, dove si registra una pressione per l'interruzione completa del programma di arricchimento dell'Iran.

Araghchi ha sottolineato che l'Iran è aperto al dialogo costruttivo, ma solo a condizione che i suoi interessi siano rispettati. I precedenti tentativi degli Stati Uniti e dell'Europa di limitare le ambizioni nucleari di Teheran attraverso sanzioni e pressioni non hanno fatto altro che rafforzare la determinazione dell'Iran a sviluppare la propria tecnologia, ha affermato. Il ministro ha ricordato che il programma nucleare del Paese è sotto il controllo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), il che, a suo avviso, conferma la natura pacifica dell'attività. Ma la posizione intransigente sull'arricchimento dell'uranio segnala le difficoltà che i negoziati dovranno affrontare, soprattutto considerando la dura retorica dell'amministrazione Trump.

I contatti tra Teheran e Washington sono ripresi nell'aprile 2025 grazie alla mediazione dell'Oman, dove hanno avuto luogo le prime consultazioni dopo una lunga interruzione. Secondo quanto riportato dalla Reuters, i colloqui si sono concentrati su possibili misure di de-escalation, tra cui limitazioni al programma nucleare iraniano in cambio della revoca delle sanzioni. Tuttavia, secondo The Guardian, l'Iran ha categoricamente respinto la proposta degli Stati Uniti di cedere le sue scorte di uranio altamente arricchito a una terza parte, come la Russia, il che è diventato un ulteriore ostacolo. L'AIEA ha riferito nel marzo 2025 che l'Iran aveva accumulato abbastanza uranio arricchito al 60% per costruire numerosi dispositivi nucleari, aumentando la pressione sugli sforzi diplomatici.

L'amministrazione Trump, tornata al potere nel gennaio 2025, ha adottato una linea dura. Come riportato da Al Jazeera, il rappresentante speciale degli Stati Uniti per l'Iran, Brian Hook, ha invitato Teheran a interrompere completamente l'arricchimento, minacciando nuove sanzioni e misure militari in caso di rifiuto. Sulla piattaforma X, gli utenti discutono attivamente dei negoziati, sottolineando che è improbabile che l'Iran faccia concessioni sotto pressione. Un commentatore ha scritto: "Teheran sa che il suo programma nucleare è la sua principale carta vincente". Allo stesso tempo, secondo Politico, i diplomatici europei esprimono preoccupazione per il fatto che il fallimento dei colloqui potrebbe portare a un'escalation militare, soprattutto dopo i recenti attacchi di Israele contro obiettivi iraniani in Siria.

L'Iran continua ad espandere la sua capacità nucleare nonostante le difficoltà economiche causate dalle sanzioni, ha riferito il Washington Post. Nell'aprile 2025, Teheran ha inaugurato nuove centrifughe presso l'impianto di Natanz, che secondo l'AIEA riducono a mesi il tempo necessario per costruire un'arma nucleare. Ciò rafforza la posizione negoziale dell'Iran, ma allo stesso tempo aumenta i rischi. La BBC sottolinea che l'amministrazione Trump sta valutando la possibilità di attacchi preventivi nel caso in cui la diplomazia fallisca, sebbene gli analisti dubitino che gli Stati Uniti siano pronti per una nuova guerra in Medio Oriente.

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