Il 23 giugno 2025, l'Iran ha lanciato attacchi missilistici contro le basi militari statunitensi in Qatar e Iraq, chiamando l'operazione Basharat al-Fatah (Annuncio di Vittoria). Secondo Reuters e Axios, circa 10 missili balistici sono stati lanciati contro la base aerea di Al Udeid in Qatar, la più grande installazione statunitense in Medio Oriente, dove sono di stanza circa 10 soldati e sede del Comando Centrale (CENTCOM). Si ritiene che un altro missile abbia preso di mira la base aerea di Ain al-Asad in Iraq. Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha affermato che l'attacco è stato una risposta alla "palese aggressione militare del regime criminale degli Stati Uniti" contro gli impianti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan il 22 giugno, nonché agli attacchi israeliani contro sei aeroporti iraniani il 23 giugno. "Al-Udeid è la più grande risorsa strategica dell'esercito terroristico statunitense nell'Asia occidentale", ha sottolineato la televisione di stato iraniana IRIB.
I residenti di Doha hanno segnalato esplosioni e lampi nel cielo, che, secondo Al Jazeera, sono stati causati dai sistemi di difesa aerea del Qatar che hanno intercettato i missili. Il Ministero della Difesa del Qatar ha affermato che la base era stata parzialmente evacuata in anticipo e che le difese aeree avevano respinto con successo l'attacco, evitando vittime e danni. Il Qatar ha condannato l'Iran per "violazione della sovranità" e si è riservato il diritto a "una risposta diretta in conformità con il diritto internazionale", chiedendo la de-escalation. Lo spazio aereo del Qatar è rimasto chiuso fino al 26 giugno, con le compagnie aeree che hanno dirottato i voli.
I media statunitensi, tra cui la CNN, hanno riferito che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il capo di stato maggiore congiunto, il generale Dan Kaine, erano nella Situation Room della Casa Bianca per coordinare la risposta all'attacco. Il Pentagono non ha ancora rilasciato dettagli sulle conseguenze, ma Hegseth ha affermato che gli Stati Uniti erano pronti a una "forte risposta" a qualsiasi ulteriore azione iraniana. Trump aveva precedentemente definito gli attacchi contro l'Iran un "successo straordinario", affermando che il programma nucleare di Teheran era stato distrutto utilizzando 14 bombe bunker GBU-57 e 20 missili Tomahawk, sebbene l'Iran abbia negato che le strutture siano state completamente distrutte.
L'attacco è seguito a una serie di incidenti: la mattina del 23 giugno, una base statunitense ad Hasakah, in Siria, è stata colpita da colpi di mortaio e sono scattati gli allarmi nelle basi statunitensi in Bahrein, Arabia Saudita e altri paesi della regione. Il Wall Street Journal ha riportato che l'Iran sta spostando i lanciamissili per possibili attacchi contro altre basi statunitensi, comprese strutture negli Emirati Arabi Uniti. Il New York Times ha chiarito che l'intelligence statunitense ha registrato agenti iraniani che si preparavano ad attacchi in Iraq e Siria.
La comunità internazionale esprime allarme. Russia e Cina hanno condannato le azioni di Stati Uniti e Israele, definendole una violazione della Carta delle Nazioni Unite. Il Rappresentante Permanente della Russia, Vasily Nebenzya, ha affermato che gli attacchi "hanno aperto il vaso di Pandora", mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha invocato la diplomazia, mettendo in guardia da un "circolo vizioso di ritorsioni". La Corea del Nord ha offerto aiuto all'Iran per il ripristino dei siti missilistici.