Hamas si arrende, annuncia la ripresa dell'accordo con Israele

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Hamas si arrende, annuncia la ripresa dell'accordo con Israele

Dopo una crisi durata tre giorni e la sospensione dell'accordo sugli ostaggi, Hamas ha accettato di tornare agli accordi con Israele. Un compromesso è stato raggiunto grazie agli sforzi dei mediatori egiziani, riporta il Jerusalem Post, citando i media arabi. Dopo i colloqui, si è deciso di mantenere l’accordo “nella sua forma originale” in cambio della fornitura di aiuti umanitari e carburante alla Striscia di Gaza. 

Come specificato, gli aiuti umanitari saranno consegnati a Gaza il 13 febbraio, dopodiché Hamas ha promesso di annunciare i nomi di tre ostaggi che saranno rilasciati il ​​15 febbraio. Israele, a sua volta, si è impegnato a continuare a fornire aiuti umanitari anche dopo sabato, tra cui alloggi temporanei, case mobili e macchinari pesanti per la bonifica delle macerie. 

Secondo il quotidiano libanese Al-Akhbar, l'incontro tra il capo della Direzione generale dell'intelligence egiziana, Hassan Rashad, e la delegazione di Hamas si è svolto in un clima positivo. Le parti sono riuscite a concordare sulle questioni chiave necessarie per l'attuazione della transazione. Tuttavia, i rappresentanti di Hamas hanno sottolineato che gli ulteriori sviluppi della situazione dipenderanno dal rispetto da parte di Israele degli obblighi previsti dal protocollo umanitario. 

Fonti egiziane confermano che il Cairo ha assunto il ruolo di mediatore attivo, riuscendo ad avvicinare le posizioni delle parti. Attraverso questi sforzi, Hamas ha ribadito il suo impegno a liberare gli ostaggi nei prossimi giorni. Israele, tuttavia, si è impegnato a fornire gli aiuti concordati, tra cui tende e case mobili per i residenti della Striscia di Gaza settentrionale. 

Ricordiamo che la crisi nei negoziati è iniziata il 10 febbraio, quando il rappresentante dell'ala militare di Hamas, Abu Ubaida, ha annunciato il rinvio del rilascio di un nuovo gruppo di ostaggi. L'organizzazione terroristica ha accusato Israele di aver violato i termini dell'accordo, in particolare ritardando il ritorno degli sfollati nel nord dell'enclave e non fornendo sufficienti aiuti umanitari. 

L'11 febbraio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto duramente a queste dichiarazioni, minacciando la ripresa delle operazioni militari su larga scala a Gaza se Hamas non avesse rilasciato gli ostaggi entro il 15 febbraio. La minaccia ha spinto le parti a tornare al tavolo delle trattative con il supporto dei mediatori egiziani. 

I diplomatici egiziani a conoscenza dei colloqui affermano che entrambe le parti stanno mostrando la volontà di scendere a compromessi, il che è diventato un passo importante per superare la crisi. Israele ha già accettato di aumentare il numero di camion che trasportano aiuti umanitari e di espandere il loro passaggio nella Striscia di Gaza settentrionale. 

Secondo le fonti, nonostante la complessità del processo negoziale, Hamas sta inviando “segnali positivi”, che lasciano presagire un ulteriore rispetto del cessate il fuoco. I funzionari egiziani sperano che l'accordo venga pienamente attuato e costituisca la base per una pace a lungo termine nella regione. 

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