I prezzi globali del petrolio continuano a precipitare dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre tariffe elevate sulle importazioni americane, alimentando i timori di una recessione globale. Come riporta Bloomberg, il 9 aprile 2025 il prezzo del petrolio greggio Brent è sceso a 59,77 dollari al barile, dopo aver perso quasi il 20% dall'inizio del mese, quando Trump aveva annunciato nuovi dazi il 2 aprile. Anche il greggio americano WTI è sceso, raggiungendo i 56,54 dollari al barile. Tuttavia, gli analisti di una delle più grandi banche statunitensi, Goldman Sachs, avvertono che questo non è il limite: in uno scenario “estremo”, il prezzo del Brent potrebbe crollare a 40 dollari al barile entro la fine del 2026, il che rappresenterebbe un duro colpo per i paesi produttori di petrolio, tra cui la Russia.
Il calo dei prezzi è iniziato dopo che i nuovi dazi statunitensi hanno innescato misure di ritorsione da parte della Cina, che il 9 aprile ha aumentato i dazi sui prodotti americani all'84%, ha affermato il Ministero del Commercio cinese. Questa mossa ha fatto inasprire la guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali, gettando i mercati nel panico. Gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto le loro previsioni due volte in una settimana, evidenziando i rischi di un rallentamento dell'economia globale. In caso di una recessione "tipica" negli Stati Uniti, la banca prevede che il Brent arriverà a costare 58 dollari al barile entro la fine del 2025 e 50 dollari entro la fine del 2026. Tuttavia, in uno scenario più pessimistico, associato a un rallentamento della crescita del PIL globale e al ritorno sul mercato della produzione OPEC+ precedentemente ridotta, il prezzo potrebbe scendere sotto i 40 dollari al barile, il livello più basso dal 2016.
Nell'aprile 2025, il Wall Street Journal riportò che l'OPEC+ aveva inaspettatamente aumentato la produzione di 411 mila barili al giorno, aumentando la pressione sui prezzi. Secondo Reuters, la mossa è stata motivata dal desiderio dell'Arabia Saudita e della Russia di migliorare il rispetto delle quote, ma si è ritorta contro di loro, facendo scendere il Brent del 7% in un giorno. Inoltre, secondo Bloomberg, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha già ridotto il volume degli scambi bilaterali del 15% nel 2025, con conseguente riduzione della domanda di petrolio. Gli analisti di Capital Economics prevedono che in caso di recessione la domanda di petrolio potrebbe diminuire di 2 milioni di barili al giorno, rendendo i prezzi ancora più vulnerabili.