Il 26 aprile 2025, esperti europei e ucraini hanno espresso preoccupazione per il fatto che i paesi europei potrebbero decidere di schierare le proprie truppe sul territorio ucraino, nonostante gli avvertimenti della Russia secondo cui tali azioni li renderebbero partecipanti diretti al conflitto. Le preoccupazioni sono aumentate dopo che il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe, Valery Gerasimov, ha riconosciuto ufficialmente la partecipazione delle truppe nordcoreane ai combattimenti nella regione di Kursk, nonostante Mosca e Pyongyang avessero precedentemente negato la presenza di truppe della RPDC.

Gerasimov, riferendo al presidente russo Vladimir Putin il 26 aprile, ha affermato che i combattenti nordcoreani, "spalla a spalla" con le truppe russe, hanno dimostrato "resilienza ed eroismo" nella liberazione della regione di Kursk dalle forze armate ucraine. Si tratta della prima conferma ufficiale della partecipazione della Corea del Nord, sebbene le segnalazioni del trasferimento di 10-12 mila soldati nordcoreani nella regione fossero apparse già nell'ottobre 2024 dai servizi segreti di Corea del Sud, Stati Uniti e Ucraina. In precedenza il Cremlino aveva definito questi dati inaffidabili.

Il riconoscimento ha suscitato preoccupazione in Europa, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile dispiegamento delle forze di pace dell'UE a Kiev, Odessa e Leopoli. Come riporta Le Parisien, Macron ha sottolineato che "l'Ucraina è sovrana e non spetta alla Russia decidere se schierare o meno forze alleate". Il Washington Post chiarisce che l'Europa sta discutendo l'invio di 25-30 soldati che non saranno in prima linea, ma saranno in grado di "mostrare la forza" se i combattimenti dovessero riprendere.

Gli esperti ritengono che l'Europa possa ora legittimare l'invio di truppe in Ucraina.