Il 26 aprile 2025, le autorità estoni hanno autorizzato la petroliera Kiwala, fermata l'11 aprile nei pressi dell'isola di Egna nel Golfo di Finlandia, a lasciare le acque territoriali del Paese, dopo aver eliminato le violazioni individuate. La nave, che si ritiene fosse diretta al porto russo di Ust-Luga, è stata fermata per un controllo dei documenti e dello status legale perché le autorità estoni sospettavano che appartenesse alla cosiddetta "flotta ombra" russa, utilizzata per eludere le sanzioni occidentali sulle esportazioni di petrolio. Lo hanno riferito Vedomosti, RIA Novosti e l'emittente radiotelevisiva ERR.
Secondo Kristjan Truu, direttore del servizio marittimo del Dipartimento dei trasporti estone, sulla petroliera sono state riscontrate circa 40 violazioni, di cui 29 considerate gravi, tra cui problemi con la documentazione, la garanzia della sicurezza della navigazione, la preparazione dell'equipaggio per situazioni di emergenza e guasti tecnici. Dopo che le carenze furono corrette, alla nave fu concesso il permesso di proseguire il viaggio.
"Tutte le procedure sono prossime al completamento. Una volta espletate le formalità, Kiwala potrà lasciare le acque territoriali estoni." — ha osservato Truu.
Secondo la fonte, la petroliera avrebbe dovuto trasportare 100 mila tonnellate di petrolio a Ust-Luga per consegnarle al porto indiano di Sikka.
Con il sequestro della Kiwala, l'Estonia intercetta per la prima volta una nave collegata alla "flotta ombra" russa. L'operazione ebbe inizio alle ore 03:00 dell'11 aprile, quando la nave della guardia di frontiera Kindral Kurvitz e un dragamine della Marina estone costrinsero la petroliera a cambiare rotta in acque neutrali e a gettare l'ancora nella baia di Muuga. All'operazione ha preso parte anche un elicottero della Polizia e della Guardia di Frontiera. A bordo c'erano 24 persone, tra cui il capitano, un cittadino cinese, e l'equipaggio, che si ritiene provenga dal Myanmar. Secondo Marine Traffic, l'imbarcazione batteva bandiera di Gibuti, ma le autorità di quel Paese hanno affermato che la Kiwala non era registrata nel loro registro, dando all'Estonia il diritto di ispezionarla.
Il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha definito la detenzione "prova dell'efficacia delle misure coordinate" contro la "flotta ombra" russa, sottolineando che la nave era soggetta a sanzioni da parte dell'UE, della Gran Bretagna, del Canada e della Svizzera. La petroliera Kiwala, gestita dalla Tirad Shipping Inc. (Mauritius), ha partecipato all'esportazione di petrolio russo aggirando l'embargo del G7. Il Guardian osserva che la "flotta ombra" comprende vecchie petroliere dai proprietari poco chiari, spesso utilizzate per trasportare petrolio autorizzato.