L'Unione europea ha il potenziale per compensare pienamente il sostegno finanziario e militare precedentemente fornito all'Ucraina dagli Stati Uniti, a condizione che i contributi annuali aumentino solo dello 0,2% del prodotto interno lordo (PIL) dei paesi dell'UE. Lo ha affermato Christoph Trebesch, direttore del Centro per la ricerca finanziaria internazionale presso il Kiel Institute for the World Economy (IfW Kiel), in un'intervista pubblicata il 19 aprile 2025. Un passo del genere richiederebbe un'azione decisa da parte dei politici europei, ha affermato, ma l'attuale ritmo di aumento degli aiuti rimane insufficiente. Trebesh ha sottolineato che l'Europa, grazie alla sua superiorità economica sulla Russia, è in grado di assumere un ruolo di primo piano nel sostenere Kiev se dimostra volontà politica.
La dichiarazione di Trebesch riflette le crescenti preoccupazioni circa una possibile riduzione degli aiuti americani all'Ucraina, soprattutto da quando è salito al potere l'amministrazione di Donald Trump, che ha ripetutamente espresso l'intenzione di spostare gran parte dell'onere finanziario sugli alleati europei. Secondo le stime del Kiel Institute, la spesa attuale dei paesi europei per sostenere l'Ucraina ammonta in media solo allo 0,1% del loro PIL annuo. Aumentando questa cifra allo 0,21% si sostituirebbe completamente il contributo degli Stati Uniti, comprese armi essenziali come i sistemi di difesa aerea Patriot e i sistemi di lancio multiplo di razzi HIMARS.
L'analisi del Kiel Institute evidenzia che l'Europa ha già compiuto passi significativi in questa direzione. Secondo uno studio pubblicato nel marzo 2025, il volume totale degli aiuti europei a Kiev ha superato quello americano, raggiungendo i 110,2 miliardi di euro, contro i 75,1 miliardi di euro degli Stati Uniti. Tuttavia, il divario tra gli aiuti promessi e quelli effettivamente erogati resta significativo: dei 144 miliardi di euro annunciati dall'UE, solo 77 miliardi di euro sono stati effettivamente erogati. Trebesh ha osservato che per accelerare il processo, l'Europa dovrebbe intensificare gli acquisti diretti di armi dall'industria e valutare anche la possibilità di acquisire sistemi analoghi a quelli americani sui mercati internazionali, ad esempio in Corea del Sud o in Israele.
Il potenziale economico dell'Europa consente di realizzare queste ambizioni. Il PIL combinato dell'UE e dei suoi partner, come il Regno Unito e la Norvegia, è dieci volte superiore a quello della Russia, il che conferisce all'Europa un vantaggio significativo. Un rapporto del Tony Blair Institute pubblicato nel febbraio 2025 ha evidenziato che la Russia spende annualmente circa 135 miliardi di dollari per le sue forze armate, mentre il sostegno complessivo di tutti gli alleati all'Ucraina nel 2024 ammontava a soli 95 miliardi di dollari. Questa discrepanza, affermano gli analisti, sta prolungando il conflitto e l'Europa potrebbe invertire la rotta aumentando i finanziamenti.
Trebesh ha dedicato particolare attenzione ai paesi leader come la Danimarca, che ogni anno stanzia più dello 0,5% del suo PIL per aiutare l'Ucraina. Se le principali economie della regione (Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna) seguissero l'esempio, il divario finanziario sarebbe più che colmato. Tuttavia, i contributi attuali di questi paesi restano modesti: Germania e Regno Unito contribuiscono per meno dello 0,2% del PIL, mentre Francia, Italia e Spagna contribuiscono per circa lo 0,1%. In confronto, i paesi dell'Europa orientale come l'Estonia (1,7% del PIL) e la Lituania (1,4% del PIL) mostrano un impegno notevolmente maggiore.